Gli attacchi delle ultime ore ad Istanbul, a Bruxelles ed a Bamako sono un segnale importantissimo che va colto. Nonostante le forze di Polizia stiano svolgendo ovunque un enorme (e sorprendente) lavoro, Da’esh ed altri gruppi terroristici che sostengono di ispirarsi alla religione musulmana dimostrano che con mezzi minimi si possa mettere paura ad un intero continente – una lezione che Israele, ad esempio, conosce da sempre. Il governo di Gerusalemme, però, ha fatto del realismo e del pragmatismo la chiave della sopravvivenza della vita sociale in Israele. Gli accordi con l’Iran e con altri Paesi arabi (in testa a tutti l’Egitto), e persino gli accordi sotterranei con Da’esh, hanno la funzione di evitare lo scatenarsi dell’inferno per le strade di Israele. Quello che credo sia necessario capire è che ci troviamo in presenza di una guerra tra Paesi arabi – una guerra che viene combattuta in modo spettacolare anche in Europa, perché si tratta di un modo estremamente effiicente di spaventare chi, come noi Occidentali, ha un peso enorme negli equilibri arabi, ma senza che la popolazione ne abbia contezza o abbia un vero e proprio interesse a capirne i contorni. Insomma, la guerra in Siria ed i conflitti ad essa collegati sono, per noi, come la trasmissione in cui musicisti falliti scelgono giovani speranze di cantanti, e noi, nel caso migliore, possiamo intervenire con il televoto. Gli attentati servono ad influenzare questo nostro televoto, a dare forza a partiti isterici e di estrema destra, chauvinisti ed isolazionisti. Sia la Turchia che l’Iran e l’Arabia Saudita vorrebbero che noi la smettessimo finalmente di immischiarci e ci limitassimo a raccogliere gli esuli di quello che promette di essere un massacro di proporzioni bibliche tra clan tribali, divenuti ricchissimi per il petrolio, ma la cui religiosità (a mio parere) è rilevante, ma non la base del conflitto. Noi, per fortuna, abbiamo ancora il calcio, che lenisce il casapoundismo, il salvinismo, il grillismo e gli altri potenziali gruppi di violenza organizzata.

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