– Un nuovo video per spaventarsi di fronte all’attualità immanente: youtube.com/watch?v=AfnYrsxKogc&feature=g-vrec&context=G2dfe04bRVAAAAAAAABA Non l’avevo ancora visto… Ma Giulietto Chiesa aveva detto già a dicembre ciò che sappiamo oggi. Ed intanto la rabbia monta, non si riesce a frenarla. Attenzione a non fraintendere il fatto che l’esplosione di rabbia assurda e ridicola allo Stadio di Genova non è distinta dalle aggressioni torinesi al Ministro Fornero. Preghiamo che vinca Hollande? Non ha senso (anche perché credo che perderà). Non possiamo, come al solito, sperare che un governo straniero risolva in nostro nome i problemi che non siamo capaci di affrontare da soli. Purtroppo, finché esisterà il Partito Democratico come tappo che annega, strozza, umilia e sfotte la voglia di verità e di progresso da parte di una parte crescente degli Italiani, resterà solo la violenza: contro se stessi, contro i fantasmi creati dalla TV, contro chiunque prenda un microfono in mano. Bisogna andare a votare. Io non ho paura di Beppe Grillo. La democrazia è più forte di Silvio Berlusconi, di Gianfranco Fini, di Beppe Grillo, di Pierluigi Bersani e chiunque altro. Qui dobbiamo imporre, democraticamente, la democrazia, come ricorda Giulietto Chiesa. Il popolo ha votato contro il finanziamento dei partiti. Quindi basta. Il popolo ha votato contro la privatizzazione dell’acqua e voterebbe contro qualsivoglia privatizzazione. Il popolo voterebbe probabilmente per uscire dall’Euro, per far pagare alle banche le loro colpe, per cancellare il debito – e chi se ne frega se gli Stati Uniti vanno per aria. Ci tengono fermi con la paura della Cina e non ci dicono che, se gli USA saltano, la Cina, che ha investito tutto in dollari, si ferma. Finalmente. Abbiamo bisogno di fermarci. Il capitalismo industriale è finito, morto, esaurito – ed ha quasi ammazzato il Pianeta. Basta. Torniamo alle Polis, all’agricoltura, all’energia sostenibile, torniamo alla democrazia, restituiamo al popolo il suo diritto – usciamo dal cono di luce delle banche, andiamo a votare.

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