“All’Università, seguendo le meravigliose lezioni di Gaetano Berruto e Georges Günter, avevo imparato che “ermeneutica” (leggendo un libro possiamo capire il testo, contestualizzarlo anche cento anni dopo, e soprattutto capiamo il suo autore) fosse una parolaccia, che il determinismo (accadde ciò che era giusto che accadesse) ed il positivismo (la scienza ci salverà) fossero due minchiate utili per l’Ottocento, ma successivamente foriere di drammi inutili. Adorando l’epistemologia di Karl Popper, e poi Gérard Genette e Roland Barthes, ho imparato che tutto ciò che è estetica (nel senso disciplinare del termine) è l’anticamera delle più disumane dottrine di destra. Smisi di credere al darwinismo classico (tutto si evolve automaticamente verso forme più evolute). Vi ho già annoiato da almeno cento parole? Vuol dire che vi mancano alcune chiavi di lettura fondamentali per capire la realtà. L’istruzione non è un modo per confondere le idee, ma per chiarirle. Sembra una banalità, ma negli anni del fideismo irresponsabile, dei social networks, dell’ignoranza come scelta di vita, del cretinismo volontario e dell’analfabetismo funzionale, è un concetto rivoluzionario. Superficiale è bello? No, è più veloce da capire. Scemo è leggero? Solo se qualcuno poi pulisce i danni che causa. Ma così viviamo oggi. I cocci sono sempre altrui, come la responsabilità, e noi vogliamo essere lasciati in pace, ruttare e scoreggiare in totale atarassia, ed usare la collera, l’approssimazione, l’estetica e quindi la violenza al posto del pensiero. E poi vi stupite se il 1° settembre invadono la Polonia, con tutto ciò che ne consegue – e se quando ammazzano l’Arciduca Francesco Ferdinando, seguendo le spiegazioni fantasiose della stampa e dei politici, tutti si gettano allegramente nell’olocausto più assurdo della storia dell’umanità. Il più assurdo fino a ieri. Dopo Charlie Hebdo, Nizza e Berlino non sono mica tanto sicuro di cosa possa accadere adesso. Seguendo Popper, se finora tutti i coglioni che fanno politica sono stati dannosi per ignavia, non è detto che prima o poi non ce ne sia qualcuno che scateni una guerra. Insomma: Buon Natale, che il 2016 se ne sta finalmente per finire. Ed ora attenti ai gatti neri che attraversano la strada, che del 2017 sappiamo poco, ma mica tanto rassicurante.

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