E così un altro sogno si è trasformato in realtà. Grazie alla pazienza ed all’affetto di Romano Fabbri, di Denis Ugolini e di altri amici romagnoli, L’Estate Infinita è arrivata alla Festa Popolare dell’Edera a Martorano, a po0chi passi da Cesena. Finora c’ero sempre andato da spettatore, per incontrare gli amici di una vita, stavolta mi hanno dato la possibilità di esserci, insieme ad Emanuele Cannatella, Leonardo Marcucci e Michelangelo Biagiotti, da protagonista. Naturalmente siamo stati trattati come fratelli, ed anche se il pubblico più anziano, sotto choc, ha frettolosamente lasciato la pista, siamo rimasti noi, quelli di sempre, a ragionare sul nostro Paese, la nostra storia, le nostre speranze. Gianluigi Amadei ed Olga Rapelli hanno portato le loro intere tribù, poi insieme a Denis c’erano Luigi Di Placido insieme a sua moglie, Stefano Ravaglia, Paolo Foschi, e tantissimi altri amici di sempre. Io ero molto emozionato, la band ha suonato con la consueta passione, nonostante le difficoltà dell’impianto, e così Sara Nasorri e Michela Cohen alla fine non avevano poi troppe rimostranze da presentare sulla nostra prestazione. Mentre ero sul palco e cantavo, e vedevo alcune persone andare via, mi è venuto in mente il libro di Michael Ende, La Storia Infinita (Die unendliche Geschichte). Come Bastian, vedevo il niente consumare tutto il mondo che consideravo mio, fino a che ne restava un briciolino, un briciolino solo, sul quale eravamo inerpicati Emanuele, io, gli altri della nostra piccola tribù viaggiante, e quelle persone che ci stavano di fronte ed applaudivano appassionate. Ma da quel briciolino di intelligenza, passione, senso di responsabilità e coscienza può davvero rinascere tutto? Non è solo una fantasia? Gianluigi, non siamo forse troppo delusi? Olga, non siamo magari troppo stanchi? Sylvie Vartan ha la famosa “risposta nel vento”: e invece quelli belli come noi, che sono tanti, senza voce ma cantando vanno avanti”. Ci rivediamo a Bologna il 6 agosto, certo. Ma siamo sempre vicini, anche quando non ci si vede, ed attendiamo la scintilla. Perché, come ho ripetuto fino alla noia: siam gioventù ribelle, siamo!

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