– Il Comune di Roma cerca di chiudere il Bilancio Preventivo del 2015. I nodi sono quelli di cui abbiamo parlato già tutti. Il peggiore mi pare quello dell’ATAC. Roma chiede alla Regione Lazio 240 milioni di Euro, la Regione ne ha messi a bilancio 180 e di più non può. Intanto il Sindaco Ignazio Marino continua imperterrito sulla sua linea: sempre meno bus (ieri, per il weekend a piedi, per le linee principali che passano da Piazza Venezia passava un bus ogni 60/80 minuti, alcune linee sembra siano state cancellate – specie il 117, che era vitale per il Centro Storico. Perché accade questo? Perché l’ATAC costa (manutenzione mezzi, carburante, stipendi, debiti pregressi, debiti giudiziari) ma non rende, perché pochissime persone pagano il biglietto. Quindi alla Regione ed allo Stato si chiede di pagare per un servizio che non c’è e decrescerà progressivamente nei prossimi mesi. La soluzione? Togliere la licenza all’ATAC e far fallire la società. Non ci sono alternative. Marino ed il PD non lo faranno finché sarà possibile – quindi fino all’estate. Dopodiché sarà la grande corsa allo scaricabarile, tutto qui. Un nuovo guaio viene dal congelamento dei conti correnti delle strutture coinvolte nello scandalo Mafia Capitale. La stampa di centrodestra ha iniziato a suonare le trombe in favore di quelle cooperative, dicendo che se non verranno rimesse in condizione di funzionare moriranno i barboni, i negri e gli zingari imperverseranno per le nostre strade, le mamme abbandonate venderanno ciò che hanno per sopravvivere: se stesse. Anche qui c’è una sola soluzione: cancellare i consigli di amministrazione delle cooperative, rifarli con persone estranee al crimine organizzato (per quanto si sappia al punto attuale delle indagini) e continuare fino al dicembre 2015. Da qui a quel giorno bisogna rifare le gare d’appalto. Se dovessero cambiare (come auspicabile) le cooperative assegnatarie, vedrete che la mobilità di mercato restituirà un lavoro altrove a chi lo dovesse perdere. Il recupero delle borgate costerà moltissimi soldi, se lo si farà. Ma su questo in bilancio non c’è nulla, il Comune di Roma si aspetta che sia lo Stato a mettere in campo nuove energie finanziarie – cosa che non accadrà. Così come è da ritenere impossibile che la Giunta Capitolina si rimangi la riforma della ZTL che ha messo in ginocchio il Centro Storico, chiudendolo agli abitanti ed aprendolo ai traffici della criminalità organizzata e dei furbetti. Ma non e tutto qui. Fra poche settimane, presumibilmente in primavera, esploderà nuovamente il caos nel trattamento dei rifiuti, e il Comune sarà costretto o a cedere alla riapertura di Malagrotta (e vedrete che sarà così) o ad esportare l’immondizia, aumentando le tasse di una percentuale difficilmente calcolabile, ma certamente superiore al 10% della cifra assurda che già stiamo pagando. Ma su una questione Ignazio Marino ha ragione da vendere. La questione della sicurezza e dell’imposizione delle misure della Giunta è una questione nazionale e riguarda le forze di Polizia. Ma su questo scriverei un post separato. Ciò non di meno, lo scandalo Mafia Capitale, che è servito per rimettere in sella Ignazio Marino e rinviare di un anno le elezioni comunali anticipate, sta terminando il suo effetto. Continuo a credere che la montagna partorirà il topolino. Se si guarda agli scandali immondi della Regione Lazio di un paio di anni fa, tutti i consiglieri sotto inchiesta, sia nel cosiddetto centrodestra che nel cosiddetto centrosinistra, sono stati messi in sicurezza, generalmente eleggendoli in Parlamento. Se si vuole fare qualcosa per Roma bisogna mettere i paletti adesso. E continuo a credere che nessun partito sia credibile, nemmeno Alfio Marchini. Mettere i paletti significa costringere Stato, Regione e Comune a fare determinate cose a prescindere dagli schieramenti tra compagni di merende. Allora referendum.

Lascia un commento