– La conferenza stampa di fine anno di Matteo Renzi ha mostrato una volta ancora lo stato pietoso del giornalismo italiano. Con tutto ciò che c’era da discutere, la coraggiosa stampa ha permesso al presidente del consiglio di menare il can per l’aia con la questione del traghetto e poi, sguinzagliati alla domanda caustica, si sono assiepati a chiedere una dritta sul possibile successore di Giorgio Napolitano e sul patto con Silvio Berlusconi. Tutte questioni irrilevanti e su cui Renzi semplicemente (ed a ragione) non risponde. Con simili giornalisti persino Pappagone fa bella figura. Renzi dice una cosa a chi chiede nuove leggi per punire la corruzione: chi ruba ruba e va punito con le leggi esistenti. Se non riusciamo a farlo con ciò che abbiamo, perché mai dovremmo credere che ci riusciremmo con leggi nuove? Non mi stupisce il fatto che Marco Travaglio ed Emanuela Falcetti lo prendano in giro per questa affermazione. Costoro, che si pregiano tanto e si autoincensano con tanta burbanza del fatto di fare esclusivamente giornalismo per tesi (e quindi il contrario del giornalismo d’informazione), sono un’espressione chiave del consociativismo tra pseudo-destra e pseudo-sinistra. Torniamo a Renzi. Dice una cosa banale e giusta. Il criminale va punito perché delinque, non perché ha una faccia antipatica o perché è un fan di Bobby Solo. In Italia non viene punito (quasi) nessuno. Conosco quasi nulla della vicenda di tale Corona, paparazzo, stallone per veline e (pare) ricattatore di calciatori. Ma so che si sta facendo tantissimi anni di galera, mentre i vari Batman e compagnia cantante sono ancora in giro a deridere il sistema giuridico. Qualche giorno fa “La Repubblica” ha fatto una pagina elencando mafiosi e assassini conclamati che sono in giro a piede libero perché hanno avuto avvocati e periti bravi a sostenere le loro ragioni. Ma io voglio andare a parare altrove. Il fatto che molti criminali siano liberi lo percepiamo tutti. Tutti noi ne siamo spaventati, schifati, offesi. Naturalmente ce la prendiamo principalmente con due categorie: quelli che vediamo delinquere per strada, quelli che sono più deboli di noi e non ci fanno paura se li denunciamo. Chi sono? Gli immigrati, naturalmente. La grande campagna populista di Matteo Salvini si basa tutta sull’equazione immigrante = bandito a piede libero che insozza le nostre strade. Dal momento che è vero che gli immigranti che delinquono per strada sono apparentemente inattaccabili, la “gente” crede che, ricacciando in Africa gli stranieri, risolveremmo tutto in un colpo: crisi economica, disoccupazione, sicurezza stradale, pulizia e decoro delle città. Una follia pericolosissima. In Italia l’8,5% degli abitanti sono stranieri. Di questi meno di un terzo sono clandestini. Costoro, tutti insieme, concorrono a quasi il 12% del prodotto interno lordo. Quindi producono più ricchezza di quanta ne consumino. Ne abbiamo bisogno, non possiamo fare senza. Allora il neorazzista si intromba e grida che in questo modo riempiamo le strade di negri sporchi e schifosi ed i nostri ragazzi devono lasciare il Paese. Una bugia. Il mezzo milione di ragazzi italiani che ha lasciato il nostro Paese negli ultimi 18 mesi è andato a fare “lavori umili” all’estero. Lo sapete perché non sono rimasti a farli qui, quei lavori? Perché altrove li trattano più umanamente, li pagano meglio, e gli danno la prospettiva, un giorno non lontano, di fare qualcosa di diverso. Da noi a cogliere i pomodori vanno gli indiani, poverini, in condizioni terribili e disumane. Ma per loro va bene così. Altri immigrati, come i rumeni, gli albanesi, i singalesi, i cinesi, stanno già facendo altro e rimpiazzano la mancanza di idraulici, stagnari, falegnami, fabbri, insomma artigiani italiani, che non ce ne sono più. Restano quelli che stanno in strada e delinquono. La maggior parte di loro appartiene ad organizzazioni criminose. Cosa farne di loro? Piazza pulita. vanno spazzati via. Vanno spazzati via non perché siano ceceni, filippini, lapponi, molisani, giapponesi o marziani – ma perché delinquono. Perché non vengono spazzati via? Soprattutto perché da 20 anni le Forze di Polizia vengono umiliate, i loro bilanci tagliati, i loro stipendi ridicolizzati, i loro mezzi non modernizzati etc etc etc. La Polizia, così come è oggi, non ce la fa. Esiste un partito politico che sia disposto ad investire denaro ed attenzione sulla Polizia, il suo ammodernamento e la garanzia della sua aderenza alla democrazia? No. Nessuno. Matteo Salvini per primo. Anche lui, come gli altri, di questo tema non parla mai. I funzionari di Polizia che rischiano la vita vengono fatti oggetto di mobbing, vengono marginalizzati, mentre il resto delle Forze di Polizia è stato largamente politicizzato e sindacalizzato. E non funziona più. I partiti pensano solo a come risparmiare ancora su di loro – diminuendo quindi la sicurezza e la loro capacità di incidere. I guasti della magistratura impediscono di tenere “pulito” l’ambiente interno alla Polizia. Perché massacri come quelli della Scuola Diaz di Genova sono crimini che andrebbero anche puniti, e non lo sono – anzi, chi ne è responsabile viene oggi nominato con il beneplacito di tutti i partiti a capo di chi deve mantenere l’onestà a Roma… A livello più basso, i Vigili Urbani sono completamente irrilevanti, accusati di corruzione, certamente poco vogliosi di misurarsi col degrado delle borgate. Chi ruba ruba, dice Matteo Renzi. Oggi il Clan mafioso dei Casamonica (che sono zingari) comanda sulla capitale, decidendo sulle linee dell’ATAC, sulla ZTL, sugli ospedali, sulle licenze commerciali, sulle cooperative ed i servizi sociali, sui vigili urbani, sulle licenze edilizie. Vanno spazzati via, ma non perché zingari, ma perché banditi ed assassini. Salvini, come tutti gli altri, li protegge. Cosa fare? Un referendum sul finanziamento e la democratizzazione della Polizia. Voglio una strada in cui il mio nipotino, per sopravvivere ad una sparatoria, possa dare la mano ad un poliziotto e affidarsi, in vece di dover cercare di identificare quale sia il mafioso più alto in grado che sbraita in strada e chiedergli pietà.

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