Lavorando al testo di “Come Foglie d’Autunno”, lo spettacolo che rumina gli anni seguenti a quelli de “L’Estate Infinita”, e quindi dal 1975 al 1990, mi accorgo con grandissima fatica di tre cose. La prima è che, bene o male, gli anni del Movimento, dell’illusione hippie, della crescita delle sinistre e del terrorismo sono oramai storia, se ne può parlare con il necessario distacco che si prova per un amore antico, che fece male e che oggi, invece, ha lasciato solo una debole malinconia – gli anni 80 sono in me ancora una rabbia ed una delusione accese. La seconda è che non esistono molti studi credibili sullo sviluppo della finanza speculativa, il cosiddetto Casinò-Kapitalismus, che in quegli anni ha cercato inutilmente di salvare almeno la parvenza di un’efficienza del sistema propulsivo del libero mercato – gli anni 80 sono quelli in cui è stato distribuito, ad una generazione pigra, egoista, introversa, senza ambizioni e passioni, il patrimonio di ricchezza delle generazioni successive, trasformando un credo entusiasta ed un po’ naive degli anni 60 con un settarismo religioso senza più addentellati nella realtà. La terza è che, mentre descrivendo gli anni precedenti si ha di fronte uno sviluppo oceanico e magmatico della società, negli anni 80 la società muore, sostituita da un pullulare di infantilismi reazionari e consumismo nerd. Debuttiamo a fine febbraio. Leonardo Marcucci, Emanuele Cannatella, Augusto Ferretti, Matteo Marchi, Michela Cohen ed io non abbiamo nemmeno iniziato a lavorare alle musiche ed alle immagini. Sarà una lotta severa contro i nostri limiti, le nostre debolezze, quella rabbia già citata che, purtroppo, obnubila la mente… sicché stanotte, a Montebelli, celebriamo il tutto con una festa scriteriata ed allegra, in cui presenteremo alcune canzoni nuove e disorientevoli, e soprattutto l’inno sci-fi sui Ninja della Balduinja. Você está tudo alarmado, companheiros!

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