Nella mia vita, a causa della mia impazienza e pigrizia, sono stato costretto a pagare un prezzo immane in pazienza e fatica, necessarie ad assicurarmi un futuro di impazienza e pigrizia. Oggi invece la vita mi mette di fronte al fatto che questa modalità non funziona più. Per niente. Sono nudo con le mie emozioni, con le mie sconfitte, con una montagna da scalare e delle motivazioni esterne che, una dopo l’altra, scompaiono. Persino una scemenza come la perdita del mio computer con tutto il mio lavoro dentro e la disperazione per tutta la contabilità da rifare mi prostra. Mi appiglio alla mia immagine pubblica, sperando sia lei a costringermi. Ma quella, ovviamente, è un fantasma. Eppure mi sono vestito sto andando in palestra. Incazzato nero e come se andassi al sacrificio estremo. La soluzione, come diceva Gandhi, è fare solo un passo dopo l’altro, senza guardare alla montagna. E vedere le cose belle che ci sono, e non essere sempre così spaventato all’idea che stiano per togliermele. E disciplina, che è l’unico rimedio all’impazienza.

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