Quando ero ragazzo, se chiedevi politica ti rispondevano di movimento e di lotta; pochi anni dopo, alla stessa domanda ti rispondevano di partiti – era già troppo tardi, eppure sarebbe stato ancora abbastanza presto per cambiare qualcosa, se fossimo stati lucidi. Dal 1994 ad oggi, se dici politica, di parlano di persone (Renzi, Berlusconi, Grillo, Salvini, etc.), Ma politica è qualcosa di completamente diverso: politica è occuparsi delle cose, trovare soluzioni condivise ed efficienti ai problemi strutturali, alle immense necessità di organizzazione, stabilità, certezza, sicurezza di una comunità. Di questo non si occupa più nessuno. Anzi. Se qualcuno menziona queste cose, in realtà sta parlando dei leader e finge di parlare dei loro partiti (le loro organizzazioni personali di propaganda). Finché, per uno scherzo cinico del destino, un partito qualunque fa eleggere a Sindaco di Roma Ignazio Marino. Uno che parla a casaccio, agisce di conseguenza, oscilla tra il ridicolo e l’offensivo, inaugura una nuova fase, in cui se chiedi di politica ti risponde Crozza, e, se lui è occupato, ti mandano un pagliaccio qualunque, sperando che ti distolga dalla malsana voglia di occuparti della realtà. L’apparizione del Badato del Badante Gabrielli alla manifestazione contro i Casamonica è stata un esempio fenomenale della teoria del romanzo di Viktor Sklovskij: mischiando cose che non c’entrano nulla tra loro, si crea un interesse retorico, fantasmatico, irreale. Nella noia di oggi, Ignazio Marino è arte pop. Purissima.

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