Sulla sconfitta dei partiti di governo nel Mecklenburg-Vorpommern esiste, come al solito, una lettura ufficiale, e poi una lettura credibile, e completamente diversa. Prima di tutto i dati: AfD ha cancellato Verdi, Nazisti e Liberali, poi ha tolto il 5% ai socialisti ed alla sinistra, ed il 4% ai democristiani. Questi ultimi continueranno a governare insieme ai socialdemocratici, che restano il primo partito. Si tratta di uno dei Länder meno popolati della Germania, al confine con la Polonia. Pochissimi stranieri, quasi tutti polacchi. Di più: il Land ha una media del 9% di disoccupazione (magari l’avessimo in Italia…) e tante persone che vanno a lavorare a Berlino, oppure in Polonia, dove l’economia va meglio che in Germania. Rostock e Schwerin sono due città incantevoli con dei porti ed un’industria marittima fiorenti. Se il Mecklenburg fosse Italia, per prodotto lordo arriverebbe poco dopo il Friuli. Perché sono tutti così infuriati, allora, e votano per un partito che fa della guerra all’immigrazione la bandiera e quasi l’unico punto “qualificante”? Perché il Mecklenburg è uno dei simboli del fallimento della cosiddetta Riunificazione, ed ancora uno dei punti nevralgici del fallimento dello storytelling della Guerra Fredda. La fine della DDR venne raccontata come una rinascita del Grande Sogno Germanico, ma regioni come il Mecklenburg, ben presto, scoprirono di essere state retrocesse a Terzo Mondo. Da lì la gente se ne è scappata via per 20 anni, perché non trovava occupazione, e con la fine della DDR è crollata la struttura culturale della regione. In 20 anni la gente è stata ricacciata indietro all’età della Pietra, l’analfabetismo di ritorno supera il 50% della popolazione, i movimenti nazisti crescono (i naziskin votano ora Afd), la violenza regna sovrana, i più anziani non hanno perdonato alla politica dei Wessies (degli occidentali) la fine delle proprie illusioni: nel 1989 avevano detto loro che sarebbero divenuti tutti ricchi, ed invece scoprirono che non c’era lavoro, non c’erano soldi, nessuno si interessava per loro, che loro erano feccia, WiTries – alcoolisti potenziali nel dialetto sassone. AfD offre loro un’occasione per essere contro senza votare Die Linke (che viene ancora identificata con la SED) e senza votare coloro che hanno in mano le leve del potere e della corruzione: SPD e CDU. Il dibattito decennale su due moti contrapposti (da un lato Schäuble, che vorrebbe impiantare un microchip nel collo di ogni cittadino, per controllarlo meglio – e garantire un mare di soldi a chi quei microchip li produce – e dall’altra Althaus, und democristiano che era a favore del reddito di cittadinanza) di risolvere alcune domande chiave sul futuro, prepara un dibattito fondamentale anche per noi. In Germania si è oramai accettato il fatto che una porzione imponente della popolazione abbia rinunciato ad essere “cittadina”, se ne freghi di tutto, non voglia partecipare, sia pronta a delegare persino il voto pur di avere i soldi necessari per sopravvivere e purché nessuno chieda loro di pensare o di prendersi delle responsabilità. Il voto, esattamente come spera Matteo Renzi, diventa un rito pubblicitario paragonabile a Canzonissima o ad una trasmissione del marito di Maurizio Costanzo. Per il resto, rabbia cieca, alcoolismo, voglia di menare le mani, perché ci si è accorti che in quel modo la società si è spaccata in due definitivamente. Menare le mani si può. Il Mecklenburg Vorpommern è il Land tedesco che offre il maggior numero di militari professionisti all’Esercito. Gente che ha servito con onore un po’ ovunque ed è pronta a combattere, che gode nel vedere che da tre anni a questa parte gli eserciti della NATO fanno avanti e indietro sempre più spesso ai confini con la Polonia ed oltre. Come Angela Merkel ha più volte detto esplicitamente, gruppi come Pegida e AfD sono il segnale interno, collegato a tantissimi segnali esterni, come le contrapposizioni tra USA e Russia, le crisi mediorientali ed africane, tutte cose che possano creare le condizioni per cui una nuova guerra mondiale si avvicina, diventa improvvisamente possibile (leggetevi “Il rinvio” di Sartre…). Per giunta, anche se non lo si dice, l’economia tedesca è in crisi – nulla in confronto a noi Italiani, ma è una crisi, causata soprattutto da una situazione tragica e spaventevole delle banche. Una situazione irrisolvibile. In zone come il Mecklenburg questo significa che l’agricoltura non ha più crediti per lavorare, e che a parte il turismo, al di fuori di Stralsund, Rostock e Schwerin non funziona più nulla. E dato che la zona si spopola, a Berlino un po’ se ne fregano. Come in Italia non c’è più differenza vera tra uno del PD ed uno di Forza Italia, in Germania il distinguo tra socialdemocratici e democristiani è risibile. AfD, almeno a parole, è contro, ed a nessuno importa sapere a cosa siano favorevoli. Per questo Angela Merkel, in Mecklenburg, ha vinto, perdendo. Ha vinto politicamente, perché ha dimostrato una volta di più che lei e la sua politica non hanno alternative. Perché i socialdemocratici non possono più fare a meno di essere un partito sodale e assoggettato ai voleri dei capi della CDU e scompaiono anche lì dove hanno il potere burocratico e clientelare. Perché l’opposizione di sinistra non ha trovato una linea politica pro – ma solo una contro, e meno appetibile di quella semplice e folle dell’AfD. Che naturalmente vuole una forte repressione della violenza. Come ai tempi di Hitler, il nazismo al potere, prima ancora di prendersela con gli ebrei, compie un violento repulisti interno. Ma questa nuova destra pragmaticamente asociale non vuole scatenare la guerra, vuole che lo facciano gli altri. Perché AfD ha imparato la lezione di Brexit: vincere sì, ma mai stravincere, altrimenti il cerino rimane in mano a loro. A Berlino, come ad Amburgo, a Monaco, a Francoforte, nella Ruhr e ad Hannover, tutti sanno che la Signora Merkel è una garanzia che le cose continuino a funzionare, e che i tedeschi possano ancora bofonchiare senza divenire pericolosi per se stessi e per gli altri.

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