– E viene il giorno in cui le cose non vanno come sperato. Suoniamo ad Artena, un paesino bellissimo, nell’ambito del 23° Palio delle Contrade. Ci si dice di essere puntuali alle 18 per il sound-check, che avverrà poi alle 24, quando siamo oramai stremati. I tecnici del suono non sapevano nulla di noi, sul palco i monitor non funzionavano, alcuni dei cavi erano guasti, i microfoni scacchiati. L’Amministrazione Comunale decide che nel momento in cui avremmo dovuto suonare noi si alternassero sul palco sedici gruppi di bambine che ballavano allegramente fuori tempo su canzoni disco. Noi siamo in un angolo, umiliati e derisi, trattati con la condiscendenza di un ospite indesiderato ed inopportuno. Ed inopportuni lo eravamo davvero! Si aspettavano una coverband di Lando Fiorini e quando hanno visto che non eravamo ciò, semplicemente ci hanno tagliato fuori dal programma. A mezzanotte e mezza, quando per serietà professionale siamo saliti sul palco, non funzionava nulla, ed un nugolo di ragazzini ha occupato festante la platea mettendosi a giocare a pallone con due porte ed un arbitro. Non ha funzionato nulla, siamo stati trattati come imbucati, ci è stato di fatto impedito di suonare. Quando poi si pensa al fatto di quanta strada abbiamo fatto per andarci ed al fatto che non abbiamo ricevuto nessun cachet (ovvero ho pagato io) perché ci si prometteva di suonare di fronte a moltitudini oceaniche, si capisce che l’umiliazione sia ancora maggiore. Peccato. Ad Artena, certamente, prometto di non fermarmici mai più nella mia vita, nemmeno per fare il pieno di benzina. Da oggi Artena è per me il simbolo del posto in cui andare quando ti vuoi veramente del male. Mi dispiace per Nicola Fagnani e Chiara Crupi, che erano stati così contenti di farci suonare laggiù. Purtroppo l’esperienza la si acquisisce a volte a caro prezzo. Abbiamo suonato cinque brani, senza che le nostre voci si sentissero, con tutti gli strumenti che fischiavano. Poi ce ne siamo andati via il più velocemente possibile.

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