Invecchiando, ci sembra di capire meglio certe cose, perché siamo più distaccati, meno coinvolti. La prima cosa che si capisce è che ciò che ciascuno di noi pensa di aver capito non serve a nessuno. Ognuno, da milioni di anni, ripete e ripete gli stessi “sbagli” delle generazioni precedenti, sperando che un errore, se ripetuto, per motivi meramente statistici, prima o poi abbia effetti positivi. Ma non si può insegnare niente a nessuno, se non ai bambini, ma solo quando sono piccoli. I bambini non cresciuti sono perduti, non acquisiscono più alcuni strumenti fondamentali, necessari per percepire l’esperienza, riflettere ed usarla per cambiare. I bambini eterni credono sempre che mamma arriverà a salvarli, perché loro non vogliono fare da soli, e che la colpa sia sempre di qualcun altro, perché preferiscono morire che avere responsabilità. I miei sbagli, se ho avuto fortuna, serviranno a me, a me soltanto.

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