Ciò che sta succedendo in Cina sfugge alla mia comprensione. Per due giorni ho letto tutto ciò che potevo, e sono arrivato alla conclusione che i dati noti dell’economia cinese non corrispondano alla realtà. Capisco che, dopo decenni di accumulazione pre-capitalista, basata non sul libero mercato ma su un feroce medievalismo di Stato, la Cina è cresciuta ad una velocità spaventosa ed è diventato il primo mercato del mondo. Capisco che la Cina sia oggi piena di quei soldi che, non essendo stati ridistribuiti al proprio interno in welfare, fanno da contrappeso al forte indebitamento dei Paesi occidentali. Capisco che questo squilibrio sia alla base dell’economia congiunturale di Paesi, come l’Italia, in cui la politica del governo, allo scopo di compensare i costi malati di una Pubblica Amministrazione sfuggita di mano, ma ancora di più i costi di un sistema bancario fraudolento e incapace, sia quello di convincere i cittadini a gettare sul mercato i risparmi di sette generazioni. Ma anche le economie più complesse, alla fine delle somme della partita doppia, devono dare zero, e la Cina non lo fa. Accade spesso, nel nostro lavoro, che un’azienda con cui lavoriamo da tempo, e che ha sempre pagato regolarmente, si rivela essere inesistente, un indirizzo fasullo su un pezzo di carta, senza essere mai stata registrata. Il fatto che la più grande economia planetaria sia tale perché vessa i propri cittadini, inquina senza regole, distrugge ogni lembo di natura, produce senza piani di sviluppo, e soprattutto non sia controllabile, la dice lunga sull’ultima frontiera di quello zombie che ci ostiniamo a chiamare capitalismo. Tutti quanti (io compreso) dipendiamo dalle oscillazioni di questo immenso Paese inconoscibile, ed inizio a pensare che la nostra sia solo superstizione. Buon inizio di 2016, quindi, l’anno in cui, temo, la recessione strutturale che attraversiamo, connotata da gravissimi aspetti di deflazione, mascherata come possibile dalle banche centrali, creerà o una guerra importante o un crollo dell’occupazione quale non lo si conosceva dal 1929. Se la Cina non è in grado di garantire la funzione di traino, allora buonanotte ai suonatori.

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