– Partiamo dal presupposto che l’inchiesta su Carminati e le altre infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dei servizi capitolini sia una cosa seria e non un pretesto, e ci troviamo a dover fare una serie di considerazioni. Prima considerazione: il sistema Carminati è cresciuto durante gli anni in cui Alemanno era Sindaco, ma il sistema di collusione tra burocrazia capitolina, politica e crimine organizzato è molto più vecchia, e risale presumibilmente agli anni in cui la Banda della Magliana è stata sostituita da una serie di gang non più legate direttamente al Vaticano ed al sottobosco popolare e popolano romano, ma moderne – ovvero frutto di una visione globale del crimine locale. Se la magistratura, come spero, riuscirà ad istruire un processo ed a punire i colpevoli (vi dirò poi perché temo accadrà il contrario), sarebbe necessario fare piazza pulita immediata di tutte le collusioni e responsabilità politiche. Via tutti i burocrati in carica da oltre vent’anni in posizioni decisionali, via tutti i politici legati alle amministrazioni di Carraro, Rutelli, Veltroni ed Alemanno – e magari Mario Morcone, già che ci siamo. Queste gang sono cresciute nei quartieri, laddove non esiste più la presenza dei circoli della politica, che negli ultimi 20 anni si sono trasformati in uffici elettorali, poi meri comitati d’affari. Bisogna riconoscere il fatto che oggi solo i Comitati di Quartiere auto costituiti e il Movimento Cinque Stelle hanno provato a riportare la politica nei quartieri, mentre la politica dei partiti è stata quella di consegnare le borgate e le periferie al crimine, riducendo e cancellando linee d’autobus, togliendo la Polizia dalle strade, spegnendo le luci la notte, accettando che le assegnazioni delle case popolari, delle licenze edilizie e delle licenze commerciali abbiano seguito logiche illegali e del tutto spoliticizzate. Dalla morte di Petroselli in poi nessuna amministrazione ha mai osato avere una visione complessiva della città, limitandosi a cercare di presentare il Centro Storico come specchietto per le allodole e concedendo spazio all’illegalità per calmare la rabbia dei ceti perdenti della città. Seconda considerazione: anche a Roma la fine della Prima Repubblica ha significato la fine della politica. Oggi la divisione fra destra e sinistra è ridicola e capziosa, visto che dietro il sipario i partiti fanno comunella e si dividono i soldi. Alla gente piace questa assenza della politica. Piace perché può dare vento alla propria rabbia senza dover rendere conto del fatto che ciascuno di noi è in qualche modo compromesso con il sistema corrotto (ha un posto di lavoro, una pensione, una licenza, un parente scemo o pigro sistemato, un progetto finanziato…), non ha il dovere di trovare una soluzione o di capire la complessità, può credere che consegnare Roma alla malavita della Leganord (che a Milano è compromessa fino al midollo e che conta nelle proprie fila molti dirigenti già condannati) o al Movimento Cinque Stelle (ovvero al delirio inconsapevole e icastico) possa essere una soluzione – giacché né l’uno né l’altro partito toccherebbero mai i privilegi acquisiti in 70 anni di consociativismo consensuale tra DC e PCI. Quindi l’apparente richiesta di legalità è piuttosto una ricerca di omertà e di tranquillità, è il grido di coloro che non vogliono essere chiamati a rispondere della loro assenza e vogliono essere lasciati in pace con i minuscoli privilegi accatastati nell’ultimo mezzo secolo. Terza considerazione: l’inchiesta della magistratura dimostra che gli immigrati sono (generalmente) vittime e non carnefici. Il fascismo e razzismo strisciante argomentano ora: cacciamoli via e la criminalità organizzata non guadagnerà più denaro grazie a loro. Sono tentato di non commentare, ma devo. Per cancellare la presenza della criminalità non bisogna cacciare gli schiavi dei boss, ma mettere i boss in galera. Se i Casamonica e gli altri clan sopravvivono questo possibile repulisti, non mi importa nulla se a darmi una coltellata in strada sarà un rumeno, un casertano, un marchigiano o un senegalese. In quel contesto la coltellata mi sembra il focus, non la paura del diverso che abbiamo perché non abbiamo mai avuto l’occasione o il coraggio di vivere al di fuori dell’ovatta europea. Ripeto: meno di un cittadino su dieci è straniero, meno di uno su trenta è extracomunitario, ma costoro contribuiscono con oltre il 15% al PIL. Non possiamo rinunciare a loro. Quarta considerazione: nel mondo civile la magistratura procede ad arresti e conferenze stampa quando ha chiuso le indagini e sta andando a processo. In Italia lo si fa quando l’inchiesta si sblocca, per dare un calcio alla porta e vedere se in questo modo si acquisiscono nuove prove a carico. Si tratta di un sistema perverso inaugurato da Mani Pulite, collegato alle leggi assurde che permettono ad accusati ricchi di buttarla in caciara per anni ed evitare possibili condanne. In Italia la giustizia è una lotteria. Scopro che l’inchiesta sui soldi spariti è appena all’inizio, non sono nemmeno partite le rogatorie. I magistrati dimostrano di non sapere come andare avanti senza le intercettazioni telefoniche, che non provano nulla. Temo che se la caveranno quasi tutti e sarà stato ottenuto un solo risultato: mettere Matteo Renzi nella condizione di perdere Roma (se si vota domani Alfio Marchini fa il Sindaco senza nemmeno passare dal ballottaggio) o dare un’assoluzione completa a Bettini, Marrone e gli altri scherani che hanno ridotto il PD ad un comitato d’affari apolitico e senza nessuna visione se non di quali fette di torta residue dividersi. Oggi non si sa cosa deciderà Renzi – o, meglio, coloro che dettano l’agenda del presidente del consiglio. Ultima considerazione: l’ATAC tratta il leasing di autobus cinesi, mentre gli stipendi vengono assicurati per ora con un artificio contabile. Ignazio Marino cambia squadra, forse si, forse no, ma il disegno non si vede. Il Vicesindaco Nieri è riuscito (per ora) a costringere la burocrazia a lavorare più ore e spinge per far davvero lavorare i Vigili Urbani. Ma sull’acqua, la sicurezza, la logistica, e soprattutto l’immondizia e la ristrutturazione del tessuto industriale e connettivo, tutto tace. Si sa già che entro la fine dell’anno la legge di bilancio non verrà votata. Si parla di febbraio. I pagamenti per i servizi verranno fatti in deroga. I ricatti sulla cultura, sui servizi e su tutte le cose che “destra” e “sinistra” controllano in modo osceno e consociativista da anni cresceranno di peso. La metropolitana C resta una barzelletta, i pullman che invadono illegalmente il centro aumentano, le regole UE sui taxi vengono disattese, e via di seguito. In queste condizioni, anche se un processo contro Carminati e consorti ci dovesse essere, questo porterebbe ad un cambio al potere della criminalità organizzata, non ad una sua sconfitta. La politica vera ed immanente della Giunta Marino, così come quella della Giunta Alemanno, della Giunta Veltroni, della Giunta Rutelli, ed almeno della Giunta Carraro, sostengono le istanze della criminalità. Se lo fanno apposta o no mi interessa poco, non faccio il poliziotto. Ma politicamente tutti costoro sono, per citare Fabrizio De André, per sempre coinvolti – e colpevoli. Come tutti i cittadini che continuano a godere delle loro prebende ed a votarne le liste.

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