Lo ammetto, fino a ieri non sapevo chi fosse Luca Boneschi. Salvo poi vedere una sua foto e tirar fuori dalla mia memoria alcune immagini antichissime, di mie serate in Corso Garibaldi, a Milano, nel bar di Pietro Valpreda, a discutere con sconosciuti interessanti ed affascinanti di “Cuore”, di Achille Occhetto, dei libri di Pierre Bordieu. C’era anche questo signore, estremamente intelligente ed appassionato. Lo dico solo perché mi onoro di averlo incontrato, perché ho una vita fortunata nella quale mi capita di avere a che fare con queste bellissime persone. Di Maio, il politico più mendace ed ignorante con cui io abbia mai avuto la sventura di avere a che fare, ha cercato di rendere Luca Boneschi simbolo del vitalizio dato ingiustamente alla “casta”, perché ricevette circa 3mila Euro, essendo stato in Parlamento per un sol giorno. Diciamolo subito: la battaglia contro i vitalizi mi sembra non solo giusta, ma necessaria. Peccato che la proposta Grillina non sia radicale come quella del PD, ma più all’acqua di rose, di modo da garantire un vitalizio ai parlamentari M5S attuali… Ma stavamo parlando dell’oggetto dell’odio di Di Maio, Luca Boneschi. Per fortuna, una rivista con cui ho l’onore di collaborare, mi ha spiegato cosa abbia fatto costui, nella sua vita (https://www.glistatigenerali.com/partiti-politici/oltre-la-gaffe-chi-era-luca-boneschi-e-perche-di-maio-ha-fatto-una-figuraccia/). Mi sono vergognato di me stesso, della mia ignoranza, della mia superficialità. Boneschi è stata una delle vite più illustri dell’Italia dell’ultimo secolo, un avvocato che, gratuitamente, ha difeso alcuni di coloro che lo Stato ha barbaramente ucciso, infangato e umiliato: Giorgiana Masi e Pietro Valpreda. Di Maio, che solo 24 ore prima era stato colto nuovamente con le mani nella marmellata, dopo aver dichiarato una montagna di bugie sui Canadair che combattono gli incendi, ora punta il suo dito da adolescente stolto e arrogante contro una persona di cui non sa nulla, senza aver preso la benché minima informazione su Boneschi. Oppure no. Invece esiste la possibilità orribile che Di Maio sapesse cosa stava facendo. Oramai lui, come tutti i Grillini, sa che gli adepti della sua setta lo adorano a prescindere da cosa dica, e le persone normali lo schifino come un appestato. Esiste la certezza del fatto che il M5S abbia come obiettivo politico infangare tutti coloro che, negli ultimi 100 anni, abbiano vissuto in modo appassionato, democratico, onesto, e si siano battuti per la libertà e la giustizia. Il Grillismo è, una volta in più, l’antitesi voluta e dichiarata di ogni forma di libertà e giustizia. Di Maio, una volta in più, è due cose. Da un lato “l’ignoranza che diventa arroganza”, come diceva l’indimenticato Professor SIlvano Stipcevich, che io prendevo in giro e che in cambio mi ha donato affetto, rispetto ed una immensa lezione di vita. Dall’altro l’orrore orwelliano della faccia più oscura e quasi religiosa del nazismo. Quella che mistifica i fatti, nega la verità, umilia la bontà e lo spirito di servizio e di solidarietà. Quello spirito che, in “Animal Farm”, porterà i maiali a guidare un regime violento, tirannico e stupido, in cui due più due farà cinque e l’ignoranza e l’inefficienza verranno assurte a valori positivi.

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