Quello che sta accadendo in queste ore in diverse parti del mondo, e specialmente in Turchia, in Venezuela ed in Kenya, dimostra una cosa che non viene mai detta. Mai. Chissà perché. Tutti parlano (a ragione) della profonda crisi della democrazia, ma nessuno ha il coraggio di parlare della profondissima crisi della dittatura. Mai come in questi ultimi mesi (e gli esempi di paesi come la Cina, la Russia, il Gambia, l’Angola, la Guinea Equatoriale, il Ghana, l’Ungheria, l’Austria, la Corea del Sud, avrebbero dovuto farlo capire già da tempo), le dittature, i regimi più feroci e quelli più cinicamente tecnologici hanno mostrato che i “miracoli economici” che vennero realizzati in Italia e Germania 80 anni fa sono oggi irripetibili. Oggi è completamente inutile introdurre leggi che proibiscano la libertà di espressione e di pensiero (anche se si tratta di leggi vili, barbariche, disgustose), perché il coordinamento del dissenso avviene per ie diverse, con una diffusione una volta sconosciuta, alla velocità della luce. 80 anni fa i messaggi erano complessi, mistici, dovevano contenere milioni di aspirazioni, frustrazioni, rabbie, invidie, mentre oggi siamo in grado di affrontare questi milioni di persone singolarmente e tarare il discorso su ciascuno. Vedete quali sono le conseguenze per coloro che vogliono gestire una dittatura. La Cina cerca di bloccare internet. In Turchia ed in Venezuela arrestano e uccidono chiunque, spesso a casaccio, e non bastano mai. Un gerarca nazista disse che, superata la cifra di tre cadaveri, non si parla più di persone, ma di numeri. Oggi tutto è personalizzabile, i morti tornano ad avere un nome ed un viso, e se sono tanti portano (giustamente) la gente ad impazzire. Coloro che, in Italia, negli Stati Uniti, ovunque, invocano una mano forte che comandi senza obiezioni, dovrebbero fare attenzione a ciò che accade, specie in Venezuela ed in Turchia. Primo: le leggi liberticide hanno (in parte) l’appoggio popolare. Ma la rivolta la si contiene uccidendo e imprigionando centinaia di persone, meglio se a casaccio, perché bisogna dare l’impressione (come nel libro “1984” di George Orwell) che chiunque potrebbe essere colpito in qualunque momento. I vecchi regimi cercavano di dare alla popolazione un’identità forte, nazionalista, violenta, orgogliosa. I regimi di oggi cercano di annientare tutto ciò che di umano è dentro di noi, iniziando dalla socialità. L’Unione Sovietica e la Germania Est avevano indicato la strada. Spiare tutti, ma soprattutto far sapere a tutti che uno qualunque tra i parenti, gli amici ed i vicini sarà quello che, con la sua delazione, distruggerà la tua vita. Ma i regimi come quelli di Maduro ed Erdogan sono andati oltre. Non serve più la delazione, non serve più giustificare alcunché. Si spara nel mucchio, ma anche a domicilio, casa per casa. E non basta mai. Maduro non è in grado di risolvere nulla. La PDVSA (la compagnia petrolifera nazionale), che avrebbe dovuto (e potuto) creare ricchezza per tutta la popolazione, non funziona, e non solo per la corruttela, ma anche e soprattutto perché Chavez (seguendo probabilmente un’istanza di giustizia contro chi sfruttava oscenamente le ricchezze del paese – gli americani) ha mandato fuori a calci le multinazionali, e quelle erano necessarie per garantire le tecnologie, la logistica, i pezzi di ricambio, gli ingegneri ed i mercati in cui vendere. Erdogan ha difficoltà diverse: si occupa del successo commerciale dell’azienda di famiglia, la Atakulche, ma se ne frega del resto, ed è disposto a sacrificare chiunque, sicché le cose smettono di funzionare, perché la gente non ha voglia di impegnarvisi. Il problema degli Stati fondati sulla paura e la corruttela è che cancella ambizioni ed iniziativa personale. Se la democrazia è arrivata ad un punto di non ritorno, in cui veramente mostra di non essere più in grado di esistere democraticamente, la dittatura mostra di poter funzionare solo se si sterminano completamente i cittadini. Il momento in cui Erdogan dovesse vivere da solo col suo clan nel suo paese, allora magari funzionerebbe. Gli mancano da sterminare 50 milioni di persone, ma lui ci si è messo di buzzo buono e noi occidentali gli abbiamo detto che non avremo nulla in contrario, specie se, massacrando i suoi, gli capitassi di accoppare anche coloro che volevano attraversare la Turchia per venire in Europa. Qui si capisce perché questi dittatori godano della tolleranza dei paesi cosiddetti democratici. Perché i nostri governanti invidiano la gente come Erdogan, credono (sbagliando) che se potessero fare lo stesso tutto funzionerebbe meglio. L’idea che l’umanità si possa guidare sterminandola avrà magari una sua poetica per gente disturbata e che non hai mai trombato a sufficienza, ma è il colmo dell’inefficienza – che come dicevano i generali Cinesi, è la più grande colpa di chi comanda. Perdere. E perderemo.

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