– Finalmente lo ammettono: c’è un buco. Per ora il governo Renzi ammette 25 miliardi di sbilancio, ma temo che siano più del doppio. Pochi giorni fa il Ministro Padoan aveva minacciato: se non dovesse funzionare la spending review (ovvero: se il governo – come probabile – dovesse dimostrarsi troppo debole per tramutare i consigli di quel lavoro in realtà) l’unica misura che il governo riesca a vedere come possibile e praticabile sarà aumentare le tasse. Per prima cosa bisogna dire una verità incontrovertibile. Questo buco non è colpa del governo Renzi, ma è colpa del governo Letta-Berlusconi-Alfano. Sono loro ad aver fatto approvare una legge di stabilità in cui si prevedevano entrate poi risultate impossibili: l’aumento del PIL dell’1%, il rientro dei capitali evasi, le privatizzazioni. Rispetto alla legge di stabilità del governo Letta le minori entrate sono intorno ai 50 miliardi. La colpa di Matteo Renzi è di averlo saputo fin dal primo giorno ed aver accettato di scommettere senza nessun asso nella manica per evitare il peggio. Sperava di poter evitare almeno l’acquisto dei caccia americani, ma nemmeno questo è risultato praticabile. I contratti ci inchiodano, Barack Obama, al primo sentore di difficoltà, si è precipitato a Roma per minacciare. Al contempo accadono disastri che Letta e Berlusconi non potevano onestamente prevedere: le tragedie della Libia e dell’Egitto, unite alla crisi in Ucraina, mettono a serio rischio le nostre riserve energetiche e ne faranno presumibilmente lievitare notevolmente i costi. La tragedia dei cristiani in Iraq è qualcosa cui non possiamo e non dobbiamo assistere (come stiamo facendo) senza reagire. Per non tacere della tragedia del conflitto israelo-palestinese con le conseguenze imponenti sulla Siria, ma anche sullo sfruttamento dei nuovi giacimenti petroliferi offshore… più la crisi che sta per aggredire la Germania, alla quale il governo Merkel, che negli ultimi cinque anni ha perso mille occasioni per rendere più forte l’Europa e quindi se stessa, non ha idea di come reagire.. Non mi stupisce vedere Brunetta difendere il governo Renzi. Il teatrino della finta battaglia sulla riforma del Senato volge al termine. Gli italiani vengono drogati da mesi con problemi congiunturali o secondari spacciati per strutturali ed essenziali: oltre la riforma del Senato, i clandestini che sbarcano in Sicilia, gli 80 Euro, la vendita del 49% di Alitalia, la crisi della Federcalcio, la nomina del Ministro Mogherini a Bruxelles, la storia d’amore di Gianluigi Buffon con una tizia dalla vocina acuta e stridula insopportabile. La messa in scena del trasporto del relitto della Concordia dall’Isola del Giglio a Genova è stata in questo senso il più grande e disgustoso capolavoro di disinformazione. Insomma: tutte cose che, puntualmente, vengono dimenticate una volta usate. Chi di voi sa cosa accada nella vicenda dei marò prigionieri in India? Nessuno ne parla più… Tirando le somme, la chiameranno manovra aggiuntiva o inventeranno un neologismo da Braccobaldo Bau, ma la faranno. Una badilata in faccia a tutti. Aumento dell’IVA, delle accise, di tutto. Contro nessuna garanzia, perché nel frattempo anche le obbligazioni dello Stato mostrano preoccupanti segnali di decrescita. I sindacati, che sono insieme al Grillismo la forza politica più di destra che abbiamo in Italia, sono pronti a dare battaglia. Tutti sono armati per difendere ogni centimetro di privilegio vero o presunto. In questo modo Renzi, che già di idee ne ha pochissime e confuse, non potrà far nulla. Cosa si potrebbe fare? Alcune cose impossibili che funzionerebbero: per prima cosa dimezzare i dipendenti della Pubblica Amministrazione dando loro il 75% di stipendio per due anni, purché non vengano a lavorare; poi aumentare radicalmente la cifra di stranieri disposti a lavorare in Italia, andando noi a prenderli in Africa invece di lasciarli portare dalla criminalità organizzata – dal momento che abbiamo oltre il 40% di disoccupazione giovanile, ma oltre mezzo milione di posti di lavoro che nessun italiano ritiene di voler svolgere (io per primo); poi realizzare una riforma vera e profonda dell’istruzione e della giustizia, rendendo credibile che in Italia si possa vincere o perdere un processo in tempi umani e senza minchiate collodiane; cartolarizzare una parte del debito pubblico; smettere di privatizzare, ma finalmente usare le nostre aziende di punta per aumentare il PIL – scacciando tutti gli uomini della Goldman Sachs dai posti di comando in cui li ha messi Mario Monti, specialmente alla CDP. Potrei andare avanti per pagine e pagine. Tutte cose che non vuole nessuno. Apparentemente, Grillini in testa, siamo tutti convinti della superstizione che sostiene che le cose non vanno poi male come si crede e che basta l’ottimismo ed un par de scarpe nove, come diceva Ettore Petrolini. E saremo così: il Paese brucia, e noi suoneremo la lira e diremo “più bella e più leggiadra che prìa”. Bravo. Grazie.

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