Per motivi professionali, ho dovuto analizzare il riassunto dei bilanci di quattro società multinazionali di trading del petrolio, che gestiscono ogni giorno l’intermediazione di una quantità di barili sufficiente a rifornire tutti, in Italia, per sei mesi. Tutte quante (Gunvor, Glencore, Vitol e Trafigura) hanno una voce nel bilancio che recita “blockchains” ed aggiungono un cosiddetto “valore medio probabile”. Ovvero: una cifra a cazzo. Chiamo e chiedo. Mi spiegano senza problemi: finora il trading del petrolio era stato fatto usando crediti a breve e medio termine delle banche, il che aveva due debolezze: in primo luogo, tu puoi truffare il fisco e la dogana, ma non la banca, che esige di sapere cosa stai comprando e vendendo, da chi compri ed a chi vendi. Poi magari tu menti, ma se lo fai spesso, la banca aumenta gli interessi e tu sei costretto a pagare, perché hai continuamente bisogno di masse enormi di denaro liquido. Ma in questo modo si controlla se evadi il fisco, se fai affari con Paesi colpiti dall’embargo, se vendi petrolio estratto dai pozzi sotto il controllo di Da’esh (come hanno fatto per anni turchi, russi ed israeliani). La seconda debolezza: se eri in crisi, perché il mercato non assorbiva immediatamente le quote che avevi già comprato, restavi senza la possibilità di comprare ulteriormente e perdevi rapidamente imponenti quote di mercato. Queste “catene di blocchi”, invece, funzionano in bitcoins, e si autofinanziano intermediando anche questa divisa virtuale, il cui valore cresce continuamente (ed in modo esponenziale), anche a causa del massiccio uso di bitcoins da parte di queste aziende gigantesche. Quindi tu compri e vendi in bitcoins e, invece di finanziarti dalle banche, il mercato ti riconosce una certa forza valutabile in bitcoins, e ti lascia usare quantità enormi di queste unità economiche in barba ai criteri del finanziamento bancario: nessuna garanzia, vale tutto. Oltretutto, in questo modo, ogni giorno queste multinazionali mettono da parte una quantità tale di bitcoins, da rendere quelle stesse società di diventare in pochi mesi banche di sé stesse, senza apparire in alcun luogo. In questo modo, da due anni a questa parte, è stato sottratto all’autorità giudiziaria di TUTTI i Paesi del mondo il controllo delle transazioni più delicate, l’osservanza degli embarghi, la correttezza dei contratti. Così come era accaduto in principio, quando i derivati divennero uno strumento quotidiano di falsificazione dei dati di bilancio e di cassa, le blockchains di bitcoins hanno cancellato l’ultima possibilità di controllare il commercio internazionale. Da ora in poi, qualunque politico che vi dica che il governo adotterà misure economiche, ridete (o piangete), ma picchiate agli occhi, picchiate per far male.

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