– Nel frattempo ho avuto una concitata conversazione con Francesco Meoni. Ne esco con la stessa convinzione di prima: ovvero che Francesco sia una persona intelligente e corretta. Lui si è indignato per il fatto che io l’avrei insultato ingiustamente. Dice che non mi ha mai detto che sia necessario lavorare duro per sette mesi per poter parlare ad un’assemblea del Collettivo. Mi ha detto poi delle conseguenze del mio scritto all’interno del Collettivo, su cui taccio per non appesantire ulteriormente la situazione. Mamma mia, mamma mia. Prima cosa: il semantema “sette mesi” é probabilmente stato accostato da me in maniera accessivamente spregiudicata all’invito a farsi conoscere dal Collettivo svolgendo i compiti necessari per la sopravvivenza della struttura (per motivi di risentimento estetico non li nomino, che qui chiamare le cose con il loro nome fà impazzire tutti di rabbia). Me ne scuso con sincerità, perché pare che per questo motivo Francesco abbia ricevuto reazioni spiacevoli e si sia sentito ingiustamente ferito. Quanto alla questione del sacerdozio, mi dispiace che crei tanto baccano, probabilmente perché tocca un punto nevralgico del cuore degli occupanti. E’ verissimo: io sono stato accolto con affetto ed interesse, nessuno ha mostrato chiusure nei miei confronti. Io aggiugno: perché così funziona il Collettivo, quando prende una decisione su una manifestazione. L’ho già detto e lo ripeto. Mi é stato fatto un regalo bellissimo, indimenticabile. Ciò non di meno, più cose vedo e sento e più questa cosa mi mette a disagio e mi allontana. Insomma, così parlando, come ho fatto, sono scivolato mio malgrado all’interno di quella assemblea di cui non volevo far parte che da spettatore – e questa me la sono cercata. Poco male, perché non conto nulla. Peccato, perché alla fin fine chi ne soffre di più è la persona che più di tutti ha voluto che io avessi quel dono che mi è stato fatto, e questo non è giusto. Ma queste sono le tipiche dinamiche di un collettivo, purtroppo. Mi dispiace, con la mia burbanza ed arroganza, di aver creato disturbo e ferito una persona per bene. Vi auguro di tutto cuore tanta fortuna.

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