– Mamma mia. Un Sig. Fabio Caffé se l’è presa tantisimo per ciò che avevo scritto!!! Quindi ho scritto di nuovo… La reazione del Sig. Caffé (che immagino sia un nome d’arte – magari l’autore di quelle bellissime foto che sio trovano su flickr?) mi ha riportato indietro di 35 anni! Ha confermato punto su punto tutti miei dubbi, anzi, li ha raddoppiati e mi ha convinto che dal Valle bisogna stare alla larghissima, purtroppo. La mia fonte è stata Francesco Meoni, che nella mia piccolissima esperienza è persona intellettualmente onesta, simpatica, estremamente intelligente e capace, e pare essere una persona importante all’interno del Collettivo. Il fatto del sacerdozio, Sig. Caffé, non é un insulto (ah, l’estetica del 77, che nostalgiaaaaaa), ma un dato di fatto. Nessuno ve lo porta via il Collettivo. Il motivo sta nella natura delle cose: per gestire il Teatro bisogna gestirlo, quindi starci tutto il giorno o quasi e fare tutto ciò che è necessario, non importa se bello o brutto. Francesco Meoni mi ha esplicitamente detto che, per alzare la mano in assemblea, bisogna aver prima fatto questa gavetta. Chi ha paura di essere detronizzato, vuol dire che siede sul trono. Ma questo non è grave, è solo un fatto. Escludendo persone il Collettivo resterà più piccolo ma più compatto (anche se la riunione che ho visto il giorno del nostro concerto era da far rizzare i capelli in testa per la rabbia cieca di chi gridava il suo parere). Se riuscirete a prendere i soldi dallo Stato (come spero) sarete una nuova edizione del Teatro dell’Orologio. Sarete. Voi. Noi verremo a visitare le manifestazioni che ci piacciono e resteremo a casa quando non ci piacciono. Vi chiederemo se possiamo suonare da voi e ci direte di sì o di no. Voi. Sarà il vostro teatro, come lo è adesso. Non potete accusare gli altri di entrarvi solo per gestire il proprio progetto personale (come fa il Sig. Caffé) quando poi voi fate lo stesso. Perché la vostra opinione rappresenta il “bene comune” e la mia, come quella del Sig. Buncicucci, del Dott. Pisquani e della Prof.ssa Sciannamicca no? Si tratta di una dimensione estetica e religiosa, basata sulle stimmate raccolte in sette mesi di duro sacredozio nel deserto. Avete fatto un miracolo ed avete salvato il Teatro. Molti artisti damosi vi hanno aiutato gratis e con entusiasmo. Non costa nulla ammetterlo. Molti artisti per nulla noti, come me, hanno ricevuto da voi un regalo immenso, di cui vi saranno per sempre grati. Ma, caro Sig. Caffé con la sua aria da saputello, più sento e leggo delle vostre opinioni, più mi sento lontano. La sua orizzontalità estetica é una figura non geometrica. Francesco Meoni, molto più onestamente, mi ha detto: vieni, datti da fare, dimostraci che ci tieni davvero, sporcati le mani, e ti faremo parlare. Gli ho risposto che magari l’avrei fatto ma che non sentivo nessun bisogno di parlare in Assemblea. Ne ho un orrore crescente. Naturalmente ho un mio progetto individualista ed egoista: sopravvivere all’età che avanza, dimagrire, trovare l’amore, imparare ad essere un artista vero (non lo sono, sono un mediocre dilettante), divertirmi di tanto in tanto, leggere bei libri, ascoltare buona musica, fare del mio meglio nella mia vera professione per cercare di trovare una soluzione ai problemi di noi tutti che includa – e non escluda. Tutte queste cose non le vivo in un Collettivo, quella fase l’ho superata 30 anni fa – ma non perché quella fase fosse sbagliata, attenzione! Ma perché io, per quella vita lì, non sono adatto. Insomma: avrei volentieri ascoltato senza parlare ed imparato senza giudicare. Voi non volete. Peccato. Con tutto il cuore, buona fortuna

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