– Verena è tornata a casa per Ferragosto, ed il signore bolognese con cui avevo scambiato quattro chiacchiere è ripartito, ed ecco che già mi viene una delle mie sciocche crisi. Sono proprio scombiccherato, mi delude il fatto che basti una stupidaggine senza alcun valore per sprofondarmi nell’angoscia. Rispetto a quando ero ragazzo credo di gestire meglio la cosa in pubblico, ma in privato sono rimasto un disastro come lo ero allora. Il medico del centro se ne è accorto subito (non ero lì a sparare minchiate come sempre) e mi ha misurato la pressione, che da domenica ad oggi è scesa da 95/190 a 80/150, poi mi ha toccato sull’addome, lì dove i risultati di soli quattro giorni di dieta sono più evidenti, e poi mi ha parlato dei suoi figli e mi ha chiesto di mia figlia Valentina e dei miei nipotini. Ora sono commosso, naturalmente, e sto meglio. Mi chiedo quanta energia debba essere in grado di produrre un uomo nella sua situazione, che ritiene giusto essere veramente a disposizione dei suoi singoli pazienti quando si trova nella struttura. Fin qui la parte allegra della giornata. Durante la mattinata sono stato usato come cavia in un esperimento della NASA. Nudo, i piedi immersi nella vaschetta dei bisognini di un gatto piena d’acqua calda, vengo piazzato davanti ad un ingranaggio imponderabile, da cui cala un cavo attaccato ad un meccanismo che irradia (dicono loro) effluvi aromatici. In realtà si tratta di scorie radioattive provenienti da qualche operazione militare andata male. Il meccanismo viene posto fra i miei piedi ed inizia a vibrare. Venti minuti di dolore fastidioso. Era come avere un vibratore fra i piedi che profuma di gelato alla vaniglia e – non scherzo – secerne col passare dei minuti una sostanza bianca e viscida che mi avvolge i piedi. Ora io non sono omofobo, ma ci sono dei limiti che, una volta oltrepassati, mi rendono scontroso. Oltretutto sono il solo tra gli ospiti di questo Penitenziario a poter godere di questo esperimento militare che va sotto il nome di DETOX. Ricercando su internet ho scoperto che si tratta di un’azione legata all’uso di sostanze chimiche mortali nei vestiti, usate dai cinesi e mi spavento davvero. A pranzo, per riguadagnare la mia adesione alla causa, ci sono tre palline di mousse di tonno con lo yogurt e il Philadelphia Extra-Light con due crackers. Erano talmente buone che ci ho messo un quarto d’ora buono a mangiarle. Nel pomeriggio la punizione: immersione nel fango di miasmi di pipistrello, aromatizzato alla bava di cincillà. Ci ho passato mezz’ora dentro e vi assicuro che alla fine del trattamento ho fatto una doccia tra le più liberatorie della mia esistenza. La cena era dimenticabile. Ora devo fare estremamente attenzione. Non devo lasciarmi andare all’autocommiserazione. Mi manca casa, qualunque cosa essa sia, perché non mi ricordo di averne mai avuta alcuna. E’ assolutamente necessario che trovi me stesso, altrimenti i prossimi giorni saranno un calvario. Quindi ho deciso che domani commetterò un atto criminale. Per ora è un segreto. Ve ne parlo domani. Grazie per tenermi compagnia leggendo queste righe dal mio Spielberg sanmarinese.

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