– “La risposta nel vento, dov’è, dov’è? Sarà la stessa per ciascuno di noi?” (Roberto Vecchion). Stavolta non vi hanno lasciato sfasciare nulla. Vi aspettavano. Stavolta non avevano da raccogliere nessun consenso popolare: lo hanno. Uno di voi ha perso la mano. Avete dormito per strada. Non giudico la disperazione, è troppo facile dalle quattro mura di casa. C’erano tante persone della mia età, senza presente né futuro – e dall’altra parte i rappresentanti di uno Stato che hanno creato questa situazione ad arte. Non siete “classe”, anche se forse ne avete la coscienza, ma ratti da laboratorio. Giocano con voi. L’ultima volta mi sono reso conto del fatto che la Polizia avrebbe avuto volentieri un morto. Ora mi sono accorto che lo volete anche voi. Credete che un martire cementi e santifichi. Finché in Italia ogni lotta resterà l’espressione del cattolicesimo più mendico, non ci sarà speranza. Ma queste, per voi, sono disquisizioni da intellettuale, quindi merda. Quindi volete tornare a farvi far male. Non cambierà nulla e lo sapete anche voi. Cambierà tantissimo e nemmeno ve ne accorgerete. Così mi vergogno di non esserci e mi vergogno per ciò che state facendo, alla pari. Sì, sono un piccolo borghese snob che si è costruito una vita, mentre voi facevate altro. La differenza tra voi e me è sottilissima: la disperazione. Voi sapete di non avere nulla davanti, io pure. Ma non voglio venire con un bastone in mano per strada a farmi ammazzare da un celerino, perché ho paura e perché so che state facendo il loro gioco.

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