Ho già scritto quanto mi infastidisca il fatto che sia la RAI che gli altri media raccontino le elezioni e le trattative per la formazione di un nuovo governo usando solo e soltanto metafore calcistiche. In questo modo viene sancito il fatto che la politica, come viene spiegata oggi, non ha nulla a che fare con la politica, come è in realtà, ovvero la disciplina che regola i rapporti giuridici, economici, educativi, sociali e strategici tra i cittadini, tra associazioni e imprese, ed infine tra le nazioni. Una conseguenza ovvia: il balletto assurdo cui stiamo assistendo, ovvero il fatto che né il M5S, né la Lega, né nessun altro vuole assumersi la responsabilità di prendersi delle responsabilità, viene giustificato con una apparentemente legittima finalità del dibattito politico: ottenere il più grande potere possibile, avendone la minore responsabilità possibile. In questo modo, gli ingenui che hanno votato M5S o Lega non riescono nemmeno ad accorgersi che siano stati fregati, e che hanno votato cartelli elettorali che non solo non vogliono tramutare in realtà le loro promesse, ma nemmeno sanno esattamente cosa fare, e sperano che il PD rimanga a prendersi le responsabilità di scelte che loro non saprebbero fare, né in un senso, né nell’altro. La gente è impazzita, e se la prende con il PD perché si rifiuta di mantenere la responsabilità del governo, e festeggia coloro che sono solo capaci di criticare, peraltro in modo ondivago, sbraitando incitamenti alla completa rinuncia della propria responsabilità. Se John Fitzgerald Kennedy vinse le elezioni con lo slogan “Non chiederti cosa l’America possa fare per te, chiediti cosa tu possa fare per l’America”, oggi Salvini e Grillo incitano a pretendere l’opposto, come se fossimo occupati da un esercito straniero e dovessimo liberarcene con qualunque mezzo. Il fatto che il consociativismo godesse del 100% dell’apprezzamento dell’elettorato lo hanno dimenticato tutti, sono tutti nati vergini pochi anni fa, insieme a Beppe Grillo ed il suo parolaccismo infantile. E siamo soltanto all’inizio dell’incubo.

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