Lentamente, la crisi della Giunta Raggi diventa lo scandalo Luigi Di Maio. Lo diventa perché il dirigente del MoViMento mente, appunto, come se piovesse. Per come conosco il mondo politico, sarà lui l’agnello sacrificale, perché è il più impresentabile di tutti. Uno che, se non ci fosse il padre, e vivessimo nell’Italia della Prima Repubblica, si batterebbe per essere eletto al Comune di Pomigliano d’Arco in quota del “potere reale” della Campania. E per il resto muto, mutissimo, aspettando il suo turno, fra 20 anni. Questo mi dà l’estro per un nuovo ragionamento. Tra tutti i partiti fittizi presenti nell’agone – che sono decine e sono in realtà solo piccole lobbies locali – il M5S è quello che più raccoglie l’eredità della Prima Repubblica, è in assoluto quello che assomiglia maggiormente alla DC del Secondo Dopoguerra: a) una serie di dirigenti locali nominati coi soldi degli Americani e con furbizie spesso illegali; b) sostenuti dai “poteri forti” locali; c) una spregiudicatezza totale; d) un fortissimo richiamo religioso; e) una disonestà intellettuale e gestionale invereconda; f) delle correnti chiaramente distinguibili tra loro, persino nei contenuti politici. Il PD di Renzi, al contrario, è un’edizione più a destra e più populista di Forza Italia di Berlusconi, perché il Nano aveva l’ambizione di avere personalità credibili a gestire le posizioni chiave nei governi, mentre Renzi vuole solo soldati obbedienti e sconosciuti, guai se osano crescere per conto loro. Se si dovesse arrivare ad una scissione del PD, come sembra possibile, avremo presto una sorta di duplicato speculare della scena politica degli anni 70. PD e Grillini più o meno allo stesso livello, poi i partiti laici (sostituiti oggi dalle galassie del cosiddetto centro-destra), un partitino a sinistra. Perché speculare? Perché il M5S, che è la destra estrema e volgare dell’arco costituzionale, prenderà i voti che furono del PCI, più quelli dei movimenti violenti, come Casapound – che stanno al M5S come i frammenti di Potere Operaio ruotarono intorno al PCI. Si potrebbe ragionare su quali maggioranze sarebbero possibili. Non mi è mai piaciuto questo gioco. Stavolta ci si conterà (fortunatamente) anche sulla politica: a) dentro o fuori dall’Unione Europea; b) sparare o no sui migranti; c) puntare sulle banche o lasciarle fallire; d) investire anti-ciclicamente o tenere in vita aziende decotte per evitare surrettiziamente (ed a costi assurdi) l’aumento della disoccupazione; e) salvare il bilancio o garantirsi voti grazie all’immenso peso dei costi inutili della Pubblica Amministrazione; f) usare i soldi della criminalità organizzata in una sorta di “pace asociale” o una lotta senza quartiere alla criminalità; g) avere cultura o tenersi Zetema, etc etc etc. Io, per me, dispero. Oggi chi ragiona con la pancia è in maggioranza. Per fortuna il nazismo, come prima misura, delude e poi ammazza quelli che l’hanno portato al potere, e poi si mette d’accordo coi capi delle lobbies. I Grillini stanno facendo lo stesso. Alalà.

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