Bellissimo contributo di Niccolò Rinaldi: “Che votare su un testo tecnico materia di negoziato non fosse una grande idea si sapeva – e lo scrissi. Che qualunque esito ci fosse stato, data per scontata comunque la vittoria dei sì, non avrebbe risolto nulla, pure. Oggi, vedi un po’, Tsipras si guarda bene dal far votare non la proposta della troika ma quanto ha concordato lui. Ma se ad Atene volano gli stracci, costà a Bruxelles non ci si diverte. Gli europei creditori, tra i quali l’Italia, pur sapendo che i loro soldi non li vedranno mai, si sono rassegnati a sganciare altri aiuti, più di quanto pensavano. Mentre la Grecia ha accettato condizioni che fino a poco fa riteneva irricevibili, misure che compromettono la crescita e dunque non danno futuro, ma anche misure che avrebbe dovuto decidere da sola già da tempo, compreso un governo progressista come quello di Tsipras – a partire dall’innalzamento dell’età pensionabile, perché non si capisce come un lavoratore greco possa andare in pensione molto prima di un tedesco o di un italiano, dal tassare gli armatori, o dalla fine degli sconti per le benestanti isole del turismo. Alla fine conta solo una cosa: i greci restano poveri, dall’euro non si esce, i mercati respirano, la partita sul dare e avere proseguirà fra mille altri vertici. Un lieto fine del cavolo, con l’Europa che rimanda ancora una volta l’appuntamento con la revisione dei suoi trattati per creare come unica soluzione strutturale un bilancio e un quadro generale del welfare federali, sottraendo sovranità a governi litigiosi che non si sopportano più. C’è di più: dietro l’accordo spunta un’organizzazione che qualche sprovveduto dava per morta, ma che è più pimpante di prima: la NATO. Senza l’appartenenza atlantica, la Grecia, con la sua importanza geopolitica, avrebbe fatto la fine che la Germania ormai gli aveva confezionato. Ma gli americani, una volta di più, hanno fatto sentire la loro voce nei disordinati affari europei, hanno piegato Berlino, hanno imposto – e in modo trasparente lo dissero subito – una visione per la quale la Grecia deve essere “dentro”, a ogni costo. Avevamo scritto che il caso della Grecia deve diventare il laboratorio del futuro, che non “bisogna smettere di pensare al domani”, alla sua sostenibilità. Avevo usato il titolo inglese della canzone dei Fleetwood Mac che piaceva a Clinton, “Don’t stop thinking abut tomorrow”. Giusto, perché finora sembra che siano soprattutto gli americani a pensare al domani, compreso al nostro – a modo loro.

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