La candidatura di Bertolaso a Sindaco di Roma è paradossale, e mi ero astenuto al commentarla perché credevo che fosse un segnale di debolezza dell’alleanza tra Salvini e Berlusconi – una debolezza pari a quella del PD, che a Roma non ha idea di chi sia possibile candidare, visto che il problema del potere di Bettini sul partito romano non è stato risolto e che Ignazio Marino ed Alfio Marchini sono certamente, entrambi, candidati più credibili. Attendevo con interesse la nomina del candidato Grillino ed oggi ho scoperto che la realtà, una volta di più, supera la fantasia. All’undicesimo Municipio, infatti, il M5S candida Antonio Caracciolo, uno che dal 2009, da professore di storia, va in giro a raccontare che l’Olocausto è una barzelletta raccontata (evidentemente) dai comunisti. I nazigrillini hanno capito evidentemente che più sono vicini a Casapound, all’estremismo fascista ed alla violenza inconsulta della parte meno acculturata del popolino, e più hanno speranza di ottenere un qualche risultato. Non sono sciocco e so bene che il Caracciolo (mi rifiuto di chiamare Professore un antisemita ed un negazionista) non rappresenta la linea del M5S, anche perché quel partito, come Forza Italia, ha una proprietà societaria ma non una linea. Ma Caracciolo rappresenta una dimensione nuova del qualunquismo di estrema destra, che parte dall’identificazione mitologica del nemico (l’ebreo? di nuovo? nel 2016? ma siete da ricoverare!) e lì si ferma. Purtroppo questa psicosi è figlia anche dei movimenti di estrema sinistra degli anni 70, cui mi sentivo vicino, che mistificavano la soluzione dei problemi con (appunto) l’identificazione estetica del nemico. Oggi c’è bisogno di un pragmatismo sano, c’è bisogno di realismo, e di preparazione. Finora nessun candidato sa di cosa parla, nessuno. Siamo in mano a delle organizzazioni autoreferenziali che hanno a cuore l’audience, non la salvezza di una città allo sbando. Il M5S in questo è uguale al PD ed agli altri. Dopo lo scandalo di Quarto, Di Maio e Di Battista sono stati scoperti: sono due piccoli ducetti democristiani da strapazzo. Come è possibile? Perché 50 anni di potere democristiano e 25 anni di potere condiviso da Berlusconi e D’Alema hanno stabilito che l’unico modo per risolvere i problemi è far finta che non ci siano e sperare che in qualche modo le cose si risolvano da sé, per partenogenesi, da atteggiamenti virtuosi di qualche cittadino o amministratore che, scheggia impazzita, indovini una misura a caso.

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