Qualche giorno fa, il mio amico Cris Vecli ha pubblicato, sulla mia bacheca, un testo fenomenale, estremamente dettagliato e zeppo di fatti, che spiega come il nucleare sia un pericolo vivente per tutti gli abitanti del pianeta: perché lo stoccaggio delle scorie non funziona; perché migliaia di bombe atomiche devono essere disinnescate e nessuno sa come (scadono come il latte, se non lo sapevate); perché le centrali nucleari sono antieconomiche e praticamente non possono essere fermate; perché sempre più Paesi hanno a disposizione la bomba ma non un governo che ci faccia dormire sonni tranquilli (esiste ancora qualcosa del genere?). Cris crede che ciò accada per ragioni di interesse economico – non generali, ma di coloro che hanno investito nel nucleare e non hanno intenzione di trovare altri modi per arricchirsi. Probabilmente ha ragione, ma non mi basta. La bomba atomica viene usata come pressione nelle trattative internazionali. Ma le scorie ancora di più. la Turchia è il Paese che nasconde la quantità più grande del mondo di scorie (se non si calcolano quelle che vengono segretamente gettate negli oceani, distruggendone l’ecosistema) ed ha quindi un potere contrattuale immenso su qualunque tavolo di trattative. E proprio mentre noi ci dilettiamo con queste considerazioni, la Russia annuncia una nuova Guerra Fredda. In questa sede tralascio di argomentare il fatto che io creda che il fenomeno denominato storicamente Guerra Fredda (1953-1990) fosse una bufala propalata dai politici di entrambi i fronti per difendere alcune decisioni antidemocratiche e protezionistiche adottate con il procedere della crisi strutturale del capitalismo (fino al 1974) e successivamente a far credere che il sistema delle bolle speculative finanziare potesse sostituire il sistema economico ideato da Adam Smith (1974-2008). Sta di fatto che, improvvisamente, tutti noi ammassiamo truppe al confine. Non so se essere più preoccupato, più offeso o più furibondo. Preoccupato perché di scemi pronti a premere il pulsante ne trovi migliaia già in ogni centro commerciale romano al fine settimana. E se guardi in faccia i marmittoni professionisti che si leccano i baffi ad ogni minima dimostrazione di studenti medi, sperando in un massacro, si può credere bene che costoro, se potessero, scatenerebbero un olocausto, convinti di sopravviverlo. Offeso, perché nessuno oggi può veramente credere che una guerra nucleare possa essere vinta – possiamo solo cancellare la vita dalla superficie del pianeta. Furioso perché non capisco a che gioco stiamo giocando. Credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che la pubblica opinione non esista più. Sia Putin che i leader occidentali sanno benissimo che possono fare ciò che vogliono, perché di opposizione non ce n’è; se c’è è soffocata – se necessario nel sangue, come in Turchia, o nella miseria più nera, come in Grecia. E non mi azzardo in questa sede a discutere la situazione in Libia, Siria, Ciad e Yemen. Angela Merkel va dicendo da tre anni che ci avviciniamo sempre più ad un nuovo conflitto mondiale. Di più non dice, ma certo è che gli Stati Uniti e la Russia, oggi, sono apparentemente in mano ad una combriccola di deficienti. Ebbene? Vi preoccupate dei nostri ragazzi schierati alla frontiera? Immagino sappiate che gli aerei che partono da Bratislava possono colpire Milano in pochi minuti. Che i carri armati più moderni raggiungerebbero Trieste in poco più di quattro ore? Che sole tre bombe atomiche cadute contemporaneamente ucciderebbero centinaia di migliaia di persone nei primi minuti e cancellerebbero la possibilità di qualsivoglia forma vita in Italia per migliaia di anni? Che ad Aleppo e Benghazi facciamo le prove di come sarebbe se si giocasse ad un gioco simile in Europa? In tutte le guerre che infiammano il pianeta vengono già usate armi di sterminio di massa chimiche, nucleari, termiche. Perché ciò che funziona a Kabul non dovrebbe funzionare a Viterbo o Lodi? No, questo non è poker. A poker, quando perdi, ti rovini da solo, e se va davvero male ti butti dal ponte con una pietra al collo. Ti ci butti tu, da solo. A me, che non gioco, non accade nulla. Ed a poker, per uno che perde, c’è uno che vince, il che giustifica l’esistenza di questo gioco di carte. È proprio vero, la pigrizia e la paura dominano il mondo. Non il sesso, non il denaro. Qui abbiamo un problema che non sappiamo risolvere, quindi ci sediamo davanti alla TV con un maritozzo alla panna in mano, ed aspettiamo che il treno si schianti contro il muro.

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