Siete mai stati alla cascata di Catafurco? Il ruscello San Basilio salta dalla montagna per 30 metri e forma una piscina naturale, meravigliosa, segreta… e siete mai stati a Caesarò, al Lago Biviere? Un lago enorme dove non te lo aspetti, nella zona più arsa d’Italia, circondato dai faggi, pieno di uccelli che vi abitano, altri che sono di passaggio tra nord e sud, il vento che canta canzoni diverse a seconda delle stagioni e dell’ora del giorno… Ci siete mai stati? Se la risposta è negativa, vi siete persi qualcosa, e forse ve la siete persa per sempre. Perché? Avete mai visto, una volta, gli infiniti aranceti tra Palermo e Trapani, che profumavano l’intero mondo e ti annegavano in un oceano di colori e nostalgia? Conoscete la differenza tra allora ed oggi? Siete mai passati sull’autostrada, presso Capaci, nel punto in cui venne assassinato Giovanni Falcone? Io non sono siciliano, ma mi arrogo il diritto ed il dovere di amare quella terra. Io non sono siciliano, ma la sera che vidi il tramonto sul mare da Segesta ho pianto. Io non sono siciliano, ma ogni volta che mi sono innamorato l’ho portata alla Scala dei Tartari, ed a passeggio per Palermo, e la sera al Teatro Massimo, che la Scala di Milano, scusatemi tanto, non vale la metà di quel luogo incantato. Io non sono un siciliano, ma rivendico la profondità, l’arguzia, l’ospitalità, l’intelligenza, la sagacia di gran parte di quel popolo che costruiva la Valle dei Templi quando sul Continente solo Roma muoveva i primi passi ed il resto erano civiltà che, piuttosto di costruire templi in pietra, scavava necropoli. Io non sono siciliano, ma alla vista di ciò che la mafia ha compiuto, nelle ultime 24 ore, cancellando il Parco dei Nebrodi e tutta la zona costiera tra Messina e Palermo, appiccando oltre 300 incendi in una giornata di scirocco, usando quindi un esercito di malavitosi bastardi con il solo scopo di ferire, deturpare, umiliare e distruggere la Sicilia, alla vista di tutto ciò ho l’animo gonfio di rabbia, di orrore, di sete di vendetta. Un crimine firmato col sangue, perché tutti sappiano che la mafia può mobilitare quasi mille persone per incendiare un’isola, senza che apparentemente nessuno se ne accorga. Vendetta. Perché lo Stato non è in grado di difendere la Sicilia, i suoi cittadini meno che meno, sul ruolo della politica e dell’imprenditoria che si è affermata a gomitate e sparatorie all’ombra del crimine organizzato è meglio tacere. Vendetta. Perché l’untuosa, appiccicosa, sporca compiacenza di chi dovrebbe esserci, fare, impedire, difendere, non la si sconfigge più in modo democratico, perché si nutre delle sue tutele e sguazza nella sua debolezza. Vendetta, perché non so cosa altro chiedere. Da quasi 24 ore la Sicilia brucia, e nessuno dice nulla, Matteo Renzi tace, anzi acconsente. Se muore la Sicilia non muore solo una parte del Paese in cui sono nato (che è l’Europa dei Greci, dei Celti e dei Latini), ma muore la speranza di sopravvivenza di un mondo senza il quale non ho più diritto di esistere. Vendetta. Questi bisogna ammazzarli, uno ad uno, casa per casa. Vermi schifosi, disumani, che non sanno cosa fanno, considerano l’imbecillità e la violenza una virtù. Vendetta.

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