Domenica notte, tante ore di lavoro entusiasmanti alla scoperta della moderna storia dell’Africa Centrale. Sto imparando come anche in quel mondo apparentemente così lontano da noi tutto sia collegato, tutto si tenga, e che i leaders di decine di tribù abbiano (in parte inutilmente) cercato di sganciarsi dal potere coloniale e giocarsi la loro immane partita per la supremazia politica, economica, antropologica. Imparo le bugie della storia ufficiale – ad esempio scopro che Paul Kagame, l’uomo che ha resuscitato il Ruanda dopo il genocidio del 1994 e lo ha portato ad essere un Paese ricco e stabile, fosse un ufficiale dell’esercito più o meno ufficiale che guidava la difesa del dittatore dello Zaire, Mobutu Sese Seko. Quest’ultimo ha sulla coscienza milioni di persone torturate ed uccise in modo bestiale ed ha superato in crudeltà e macelleria la Germania di Adolf Hitler di dverse lunghezze – ed era appoggiato da tutti i principali Paesi europei, Italia compresa. Nel 1973 ricevette dalle mani di Mariano Rumor (presidente del consiglio) e Giulio Andreotti (ministro della difesa) la più alta onorificenza dello Stato italiano, l’ordinamento a Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone. Imparo che non sappiamo quasi nulla della nostra storia, che l’impostazione dell’insegnamento di questa disciplina, che parte dalle leggende assurde legate alla fondazione di Roma, esclude che si possa capire, guardandosi alle spalle, su quale terreno minato stiamo camminando – e mi sento umile e sciocco, penso con tristezza al tempo che ho perso, invece di capire queste cose fondamentali quando avevo ancora davanti a me abbastanza anni per fare qualcosa, qualunque cosa, per aiutare gli altri a capire – raccontando queste storie terrificanti e straordinarie, aggiungendo passione alla meraviglia, imparando a differenziare la prospettiva, tentando di raggiungere la “comprensione”, ovvero la capacità di mettere insieme in modo cosciente e consapevole delle nozioni e sensazioni che ognuno di noi, se è curioso e vivo davvero, raccoglie in sé ogni giorno. Ma poi mi dico che se sono ancora capace di imparare con tanta allegria, curiosità ed affetto, allora la strada da percorrere è ancora lunghissima, e la faremo insieme.

Lascia un commento