Un romano su due, oggi, ha votato per eleggere il Sindaco, e quindi da domani mattina, presumibilmente, la Signora Raggi sarà la prima donna ad essere alla testa della Capitale, votata da circa il 35% degli aventi diritto. L’alternativa alla candidata del M5S era un tale Giachetti, disciplinato sconosciuto che si aggirava per le sale del PD dopo aver cambiato casacca diverse volte, come tutti i disorientati che erano nati con la DC ed il PCI e, dopo la fusione di questi due partiti, non capivano più chi fossero e dove andassero. L’elettorato che vota da tifoso, ovviamente, piuttosto che votare Giachetti avrebbe votato volentieri la Mozzarella in Carrozza o Peppino il Delfino Sbarazzino. Chi si era proposto con un programma vero e con i soldi necessari per fare campagna, Alfio Marchini, è stato battuto dalla sua scelta suicida di allearsi a Silvio Berlusconi, che alla fine, dopo vent’anni, è stato sconfitto da sé stesso, non avendo mai avuto avversari politici. Faccio del sarcasmo, lo so, e forse non dovrei. Ma lo aveva già detto in tempi non sospetti uno dei personaggi più angosciosi della scena “politica” attuale, la Sora Lella (al secolo il senatore Paola Taverna), che è un misto tra Santanché, Aldo Fabrizi e Superciuk, e “piace” perché impersona il borgatarismo volgare, saccoccione e ignorante reso celebre da Pasolini – ovvero una quota rilevante dell’elettorato romano: qui c’è in atto una congiura per costringere il M5S a vincere le elezioni. Perché quella poltrona, in realtà, una persona per bene, intelligente e preparata politicamente non può volerla – perché la mafia comanda ancora (ed Ignazio Marino ci aveva collaborato senza capirlo, data la sua scarsissima intelligenza), gli uffici tecnici fanno come vogliono, il Comune è in mano all’anarchia, all’improvvisazione, ad un Commissario che non è stato capace di fare il proprio dovere, a delle lobbies di Cesaroni infigardi e malmostosi, che sanno benissimo che, chiunque sia il Sindaco, loro continueranno a farsi i fatti propri. La Signora Raggi, infatti, che sta dimostrando di essere una perfetta possibile futura candidata del PD, ha dichiarato che gli scioperi organizzati in occasioni delle partite degli Europei di calcio sono una coincidenza, ed ha incontrato con rispetto e diligenza tutte le rappresentanze dei poteri forti (vigili urbani, autisti ATAC, netturbini, tassinari, borseggiatori, venditori abusivi e pusher) assicurando che sarà il Sindaco di tutti, e quindi anche il loro. Le hanno messo alle spalle un Comitato che deciderà per lei, che resta quindi un fantoccio, e che verrà guidato dalla Sora Lella e dall’ala socialdemocratica dei Grillini (Di Maio, Di Battista, Figo), che dopo la morte di Casaleggio hanno preso in mano l’eredità di Nevol Querci, Paris Dell’Unto, Pietro Longo, Mario Tanassi e Franco Nicolazzi (manco vi ricordate più chi fossero, eh?) e riporterà le lancette del tempo all’era del Sacco di Roma di quasi vent’anni fa, quando Caltagirone, Toti ed altri palazzinari (insieme ai politici che furono i loro complici) diedero il colpo della misericordia alla governabilità della città. Non avete capito? La rabbia mi rende oscuro? Credo che la Signora Raggi accompagnerà il Comune di Roma ad un nuovo commissariamento, non per disonestà ma per debolezze ed insipienza. Credo che la lobby che la comanda voglia spartirsi i soldi che il Governo nazionale sarà costretto a pagare nella speranza di evitare il fallimento di ATAC, ACEA, AMA, Italgas e compagnia piangente. Credo che la gestione Grillina del Comune resterà negli annali come l’ennesimo disastro seguito all’ultimo vero grande Sindaco, che fu Petroselli (anche il Professor Giulio Carlo Argan lo presero con le mani nella marmellata, dei successori inutile parlare). Credo, più in generale, che il collasso Grillino ed il collasso (ad esso connesso) del Renzismo, sposterà il Paese talmente a destra da farci considerare Casapound un circolo di rubamazzetto. Credo che, per evitare che si fermi tutto, persino la distribuzione di acqua, metano ed elettricità, lo Stato accetterà qualsivoglia ricatto. Credo che siamo ancora più vicini alla fine. La Signora Raggi, che presumibilmente è una giovane donna che ha fatto carriera in modo scopertamente democristiano (negli ambienti del Circolo Canottieri Aniene e dei parafangari acchittati della Collina Fleming) e che tradisce un’ingenuità appena mascherata dalla propria vanità, non mi fa pena. Ha tutte le carte in mano per sapere quale sia il proprio ruolo e temo che creda veramente di poter fare qualcosa solo in base all’entusiasmo. Non le guarda, le carte, o non le sa leggere, è comunque eterodiretta, e lo ammette. Chi le carte le guarda e le sa leggere, al Comune di Roma non ci andrà. Resterà a casa e metterà l’elmetto.

Lascia un commento