Ho letto molti post infuriati di amici milanesi, che da ore vedono la loro città messa a ferro e fuoco dagli indemoniati dei cosiddetti “antagonisti”. Mi rendo conto che non abbiano l’esperienza in proposito che negli ultimi anni abbiamo fatto noi a Roma e capisco che molti di loro, in preda alla rabbia, invochino la violenza gratuita delle Forze di Polizia, sostenendo che il massacro alla Scuola Diaz di Genova sia una cosa augurabile per evitare la violenza che ha vissuto Milano oggi pomeriggio. Prima di tutto: sono in disaccordo con chi protestava. Credo che l’Expo sia una questione secondaria che loro, con la loro rabbia, rendono renzianamente vittoriosa. Credo che la violenza non sia mai una soluzione, devastare non serve altro se non a far credere che chi è contro l’addormentamento delle coscienze e la diminuzione drastica di libertà democratiche sia dalla parte del giusto. L’obiettivo di chi marciava, insomma, non solo è stato mancato, ma si è ottenuto una volta in più l’effetto opposto. Basta ascoltare la magistrale diretta della RadioRAI, un capolavoro del giornalismo di oggi. A chi protesta dico che la democrazia non si difende con la rabbia e la distruzione, e che se sono contro la democrazia, allora sono contro tantissima gente, me compreso. Le cose si cambiano con pazienza, con perseveranza, con dedizione, con studio, con l’esempio – mai con l’improvvisazione e la barbarie. Ma a noialtri dico anche: bisogna tenere gli occhi aperti, specie quelli del cuore. Chi delinque va punito perché delinque, non perché la pensa a modo suo. Oggi è troppo facile essere fascisti – si è in stragrande maggioranza. Ma il fascismo non conosce la religione del dubbio, che è l’unica credibile, pacifica e veramente (purtroppo) del tutto rivoluzionaria.

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