Sono fortunato, perché da settimane la mia bacheca è il luogo di un confronto civile ed appassionato su alcuni temi, molti dei quali veramente importanti (a mio parere), e questo confronto mostra empiricamente alcune caratteristiche: a) non parliamo tutti la stessa lingua, nel senso che alcune parole della lingua italiana hanno significati diversi per persone diverse; b) abbiamo i nervi a fior di pelle, basta pochissimo per farci arrabbiare; c) molti di noi sono appassionati di politica in un modo che non esisteva nemmeno negli anni 70, e questo, secondo me, è un gran bene; d) si è completata una rivoluzione copernicana della centralità del soggetto politico – negli anni 60 e 70, nel periodo della ideologizzazione empirica, si diceva che il personale fosse politico. Oggi, negli anni dell’estetizzazione dell’esperienza e nella negazione dell’epistemologia e della scienza, accade il contrario: il politico è personale. Partirei da quest’ultimo punto, perché è quello con i risultati più evidenti. 50 anni fa esistevano tre tipi di approccio ad un problema. Un approccio pragmatico (raccogliamo tutto il sapere possibile, valutiamo quale sia il male minore, andiamo decisi su questa via, accettando i danni collaterali senza negarli); un approccio ideologico (socialismo, comunismo, fascismo, cattolicesimo sociale, fascismo, liberalismo, sono tutte teorie totalizzanti, e basta che ne seguiamo con coerenza e decisione una sola, e vedrete che tutto si risolverà per miracolo); un approccio consociativo e/o populista (cerchiamo di accontentare tutti, e per chi ha la peggio prevediamo dei paracadute sociali, perché lo scopo non è risolvere i problemi, ma ottenere il consenso diffuso per il sistema in quanto tale). Tutti questi sistemi funzionavano, perché la popolazione era abituata alla guerra ed accettava le disgrazie, perché si stava ricostruendo e c’erano occasioni per tutti, perché l’ascensore sociale funzionava, perché la vittoria nei fatti della teoria marxista del valore aggiunto faceva felici tutti. Oggi, invece, siamo di fronte al collasso. Ecco perché: a) le risorse minerali ed agricole del pianeta non bastano più a mantenere una crescita per tutti. Poca acqua, aria sporca, cibo malsano; b) oggi, chiunque può veramente informarsi, e scopre che tutte le questioni sono complesse e contraddittorie, quindi sceglie di scegliere a caso, seguendo la rabbia e la paura, non il raziocinio; c) dato che esiste l disponibilità di pareri contrapposti su qualunque soggetto, si sceglie a maggioranza. Se oggi il 51% degli italiani crede che il problema centrale siano i vaccini e gli immigrati, non ha senso dimostrare che ciò non sia vero. Come dimostra l’elettorato grillino e leghista, più una cosa è palesemente falsa, più la si crede. ma questo vale per tutti. Nessuno può più convincere nessuno. I fedeli del Grillismo e del Leghismo credono che, per risolvere i problemi, sia necessario il consenso aprioristico ed acritico alle loro tesi, specie se contraddittorie e mutevoli – come nella Fattoria degli Animali di George Orwell; d) dal momento che sempre più lessemi e sintagmi vengono usati fuori dal loro campi semantici, l’italiano diventa una lingua sdrucciolevole e non comune, ma individuale – il che annienta la possibilità della comunicazione interpersonale. Gli esempi più fastidiosi: a) Cosa diavolo è “una certa sinistra”? Il contrario di quella incerta? Come si definisce, concretamente, un sintagma così vago ed ammiccante? Con quelli che vengono chiamati i “radical chic”? Che non sono più, come dovrebbe essere, coloro che fingono di sostenere una tesi per questioni di moda, ma diventano quelli che vogliono far credere di amare i poveri ed invece hanno le tasche traboccanti di soldi. Il PD è sinistra? Un partito dominato da ex democristiani? Berlusconi ha iniziato nel 1994 a definire comunista chiunque non la pensi come lui. Possibile mai che questo sia oramai il nuovo significato popolarmente condiviso della parola? E se accettiamo questo, come chiamiamo (qualora dovesse esistere) un VERO comunista? b) Gli Italiani sono razzisti. Ma siamo matti? Gli Italiani sono 50 milioni di persone, ognuno con un cervello proprio, una sensibilità, una cultura, un’opinione, una situazione esistenziale propria. Questo è il demoniaco errore introdotto dalla geopolitica: un’intera comunità, improvvisamente, pensa ed agisce come un sol uomo – quando tutti sanno che non c’è nulla di più indeciso e contraddittorio del singolo individuo. Ciò che è vero è che singole persone, se esasperate e mal consigliate, cominciano a credere che ammazzare i musulmani li farebbe stare meglio (perché quelli si ammazzano tra loro e ci vogliono morti), così come credono che se mangeranno o vestiranno o laveranno con questo prodotto saranno più felici che usando prodotti concorrenti. E cambiano idea, non sono fermi. Gli stessi che ce l’hanno su con i negri, o gli ebrei, o i comunisti, se vedono una persona che grida di dolore a terra, sono mossi a compassione, perché non vedono più il totem, ma l’essere umano. Dopodiché esistono i matti e gli assassini, da sempre. La cosa che mi fa più paura è l’infantilismo elevato a religione. 50 anni fa, chi la pensava diversamente da me, se non mi metteva le mani addosso era ok. Oggi, specie chi vota Grillino o Leghista, HA BISOGNO di sapere che tutti la pensano come lui/lei, ed odia violentemente chi dissente, arrivando persino a dire che il “buonismo” sia un delitto. Ma siamo matti? Semmai il “perbenismo ipocrita” è una brutta cosa, ma voi volete farci credere che un’infermiera che, per propria scelta, lavori gratis in zona di guerra sia una persona da ammazzare, perché è buona, gentile ed accetta i diseredati come suoi pari? Si tratta di una malata di “buonismo”? Perché? Perché, se sono convinto che questo governo sia una iattura e finirà combinando disastri, mi odiate ed insultate, e permettiamo a Salvini di sostenere con un cinismo mai visto che lui sia a capo del Partito dell’Amore? Perché voi avete diritto di urlare merda, crepa, vigliacco, stronzo, vaffanculo, ed io non ho il diritto di criticarvi? Perché io sono fazioso se non vi sostengo, e voi non lo siete se sperate che io venga annientato con la kryptonite? La risposta è ovvia: perché avete paura, vi sentite deboli se non siete in tanti, avete tanto bisogno di distruggere, e lo state facendo. Tutte le sciocchezze che dite, una settimana dopo che le avete dette, sono superate dai fatti, contraddette dai vostri ripensamenti, dimenticate. Quando mi odiate, ve ne prego, provate a farlo in italiano, senza psicanalizzare, senza sostenere che trucido e ignorante sia bello, senza dire che la scienza venga decisa a maggioranza, senza aspettarvi che – paternamente – vi dica che avete ragione, e tutto andrà per il meglio. Perché, come diceva Gaber, la realtà è un uccello che non ha memoria, non conosce regole né fedeltà.

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