La storia degli Stati Nazionali è vecchia di soli 200 anni ed è circoscritta alla sola Europa Occidentale, ovvero ad un territorio che è circa un trentesimo del pianeta in cui vivono nemmeno mezzo miliardo dei tredici che popolano il pianeta. Per il resto dell’umanità il concetto di Stato Nazionale è estraneo, incomprensibile, inapplicabile. Il concetto di Stato Nazionale, figlio della teoria di Bismarck per la salvaguardia delle monarchie dopo la tempesta napoleonica, prevedeva cinque garanzie del popolo “chiuso” in esse, ed a cui viene richiesto di riconoscersi quale nazione (quello è un concetto di alleanza fra tribù che invece è millenario, ma che non è mai stato comparato ad un territorio preciso, basti pensare alle nazioni indiane o a quelle arabe) in cambio di cinque garanzie: a) garanzia della difesa militare; b) garanzia della legalità; c) garanzia del sistema sanitario; d) garanzia del sistema educativo; e) garanzia del sistema pensionistico. In base a questi criteri gli immigrati sono tutti apolidi, perché vengono da Stati in cui il potere militare, poliziesco, economico, sanitario ed educativo è il nostro, nel senso che li occupiamo o paghiamo chi li opprime. Quindi, in senso bismarckiano, sono nostri connazionali. Per giunta creano più ricchezza di quella che consumano, ne partono più di quanti ne restino, ne delinquono meno di quanti siamo vittima della criminalità. Dovremmo cacciare tanti italiani e tenerci molti immigrati, allora si che staremmo meglio. Quanto alla cultura che difendiamo, ovvero quella della televisione del postberlusconismo, non stupitevi se tanti giovani, tra quella ed Allah, scelgano il secondo. E’ più moderno e credibile.

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