Le ultime tragedie del Mediterraneo e le centinaia di morti tra i clandestini che cercavano di arrivare in Italia hanno infiammato ancora di più il dibattito sul populismo razzista. Cerco di riassumere le argomentazioni di coloro che vogliono chiudere le frontiere: a) sono troppi; b) vogliono cambiare e sopraffare la nostra religione ed i nostri costumi filosofici, politici e culturali; c) non abbiano lavoro da dare loro; d) delinquono; e) tra loro ci sono terroristi. Quale è la proposta di chi sostiene queste tesi (incluso Salvini)? Si vergognano a dirlo, ma c’è una sola possibilità: sparare, ammazzarli tutti. Come dice Matteo Salvini, dopo aver ammazzato tutti coloro che sono in mare, bisogna distruggere le navi pronte a salpare ed ammazzare tutti coloro che vogliono entrare. Secondo l’Ufficio dei rifugiati delle Nazioni Unite e l’Associazione degli Stati africani, si tratta di 52,4 milioni di persone, originariamente sparse per tutta l’Africa ed il Medio Oriente ed oggi concentrate sulle coste del Nord Africa, del Libano e nei campi profughi di Siria, Giordania, Sudan, Repubblica Centrafricana e Mauritania. Per ucciderli tutti ci vuole tanto pelo sullo stomaco, qualcuno che se ne assuma la responsabilità, ed una macchina militare che non abbiamo (e che costerebbe decine di miliardi). Questa macchina militare funzionerebbe solo se dopo questi 52,4 milioni di persone, gli altri disperati (circa mezzo miliardo di persone) evitassero di venire. Coloro che credono s Salvini ed ai media del populismo ignorante (“Libero” su tutti) pensano che costoro, se ammazzassimo 52 milioni di persone, si metterebbero paura. Non è vero, perché se restano a casa muoiono comunque, quindi tanto vale rischiare. Tra questi milioni di persone ci sono disperati, ci sono certamente “terroristi” (che non sono tali, ma sono mercenari, quindi non miliziani esagitati ma algidi soldati di ventura), e ci sono tantissimi ragazzi che vengono qui perché vogliono imparare un mestiere e poi tornare a casa. Cosa fare? Farli venire qui a casaccio, ovviamente, è una follia. Ma la responsabilità della situazione attuale è soprattutto della parte razzista della politica e della burocrazia italiana, che crea ostacoli insuperabili per gli immigrati che vorrebbero essere in regola, che hanno trovato un lavoro, che non lo rubano a nessuno (perché coprono dei buchi che gli italiani non vogliono riempire) e che si battono per imparare l’italiano, per non sentirsi stranieri, per essere accettati. Queste persone vanno difese, gli altri salvati dal mare, se possibile identificati, divisi tra i vari paesi dell’Unione Europea e – se possibile – rimandati ne paesi dell’Est dell’Unione Europea in cui la manodopera a basso costo sarebbe necessaria. Chi non ce la fa, o scappa, o viene imprigionato nei campi di concentramento meravigliosamente descritti dal capolavoro teatrale di Alice Conti e di Alice Colla (Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera), oppure è costretto a delinquere: spaccia, ruba, vende paccottiglia o prodotti taroccati. Questi prodotti non se li sono portati da casa: vengono obbligati dalla criminalità organizzata italiana a venderli, la stessa criminalità (contro cui Salvini non ha nulla, perché sono bravi italiani) che raccoglie le ragazze arrivate coi barconi e le costringe a prostituirsi per pochi soldi con i maschi italiani che ufficialmente schifano gli stranieri. Poi ci sono quelli che ce la fanno, soprattutto migranti provenienti da Paesi dell’Unione Europea, cinesi, pakistani, albanesi e filippini – che sono circa l’8% della popolazione e contribuiscono al PIL per oltre il 13% (e quindi arricchiscono l’Italia). Costoro non si “vedono”, perché anche se sono visibilmente non italiani, si comportano da brave persone. Ma allora cosa dobbiamo fare? C’è una sola strada di politica interna ed una sola di politica internazionale. In casa nostra: bisogna rafforzare la Polizia e la capacità di punire dello Stato. La criminalità organizzata va attaccata e distrutta, bisogna smettere di farci dei patti e tollerarla. Il senegalese che rubasse va arrestato non perché è senegalese, ma perché ruba. Se mi ammazzano, me ne frego se mi ha sparato un rumeno, un cinese, un marziano o, più probabilmente, un criminale dei Casamonica, un camorrista o un affiliato alla ndrangheta. Voglio che mi difenda la Polizia. Voglio che funzioni la Giustizia. Da 20 anni tutti i partiti di destra (il PD in testa, ma anche la Lega, Forza Italia e compagnia cantante) hanno smobilitato, umiliato e reso ingestibili le forze di Polizia e i palazzi di Giustizia. Chi ha una forza militare non paga MAI. Quindi se arrivassero meno africani non diminuirebbe la criminalità, ma proverrebbe in guisa maggiore dall’Est dell’Unione Europea. Sul piano internazionale bisogna riconsiderare completamente il modo del mondo occidentale di sfruttare le risorse africane e mediorientali: agricoltura, allevamento, risorse minerali, petrolio. Bisogna smettere di ammazzare la gente a mazzi, di fomentare e finanziare guerre e dittature feroci, di usare i fondi per l’aiuto allo sviluppo per truffare i locali ed aumentare la corruzione. Cosa succede se lo facciamo? Che i prezzi al consumo per i prodotti agricoli e chimici, da noi, cresceranno in media del 60%, perché pagheremmo le risorse naturali, la frutta, le verdure etc ai prezzi che sarebbero pagati in Italia per permettere ai contadini di sopravvivere. In quel modo incoraggeremo gli africani a restare in Africa. Ogni volta che compriamo frutta e verdura e carne a prezzi stracciati costringiamo una famiglia africana a salire su un barcone. Oppure continuiamo così. E portiamo la situazione fino al momento in cui davvero andremo a sparare e tanti nostri ragazzi moriranno. Preparatevi a pagarla, quella guerra, che costerà decine di miliardi. Al razzista che é in ciascuno di noi, e che finge di ragionare per dar voce alle sue paure ed alla sua frustrazione, dico: attenzione. Tu vuoi che qualcuno faccia un massacro, ed in prima fila tra le vittime, giustamente, ci sarai anche tu – mentre Matteo Salvini continuerà a portarsi a letto le ragazze della TV e cambierà posizione politica.

1 commento
  1. Sono felice di averti conosciuto a San Marino e di aver avuto modo di conoscere le tue grandi capacità di scrittore cinico, sarcastico ed auto-ironico. Il tuo libro mi ha tenuto compagnia per alcune indimenticabili ore. Ma questo articolo sull’immigrazione mi ha colpito per il coraggio che hai nel denunciare in modo così chiaro e “pulito” le nefandezze della nostra società. Nel leggerlo sentivo che i miei pensieri prendevano forma ed il coraggio dentro di me trovava una direzione. Grazie. Un abbraccio a metà….. le mie braccia non sono così lunghe. Piero

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