Le dimissioni di Alexis Tsipras le capisco. Immagino che l’elettorato greco lo premierà. Ma la sua è una disfatta politica totale ed irrimediabile. Nella catastrofe ellenica l’unica speranza reale, basata sulla crescita del PIL, sarebbe stata e rimane il turismo. Anche per questo motivo la polizia locale è inferocita per gli sbarchi di migranti nelle isole vicine alla Turchia. I salvinomani italiani dovrebbero capire che in questi otto mesi oltre 4 milioni di persone sono entrate nell’Unione Europea, delle quali solo 200mila attraverso l’Italia. Il che non vuol dire che da noi vada tutto bene, ma vuol dire che prima di insultare i nostri partners bisognerebbe ragionare a mente lucida. Guardate le immagini di Calais, di Tessalonica, del confine ungherese, spagnolo e polacco, poi ne riparliamo. Ma qui si discute del turismo greco. Tsipras, prima di dimettersi, ha accettato un prestito plurimiliardario. Per pagarlo, dovrebbe ottenere una crescita del PIL costante, nei prossimi cinque anni, di almeno del 6%. Le previsioni sono, ovviamente, di un accentuarsi della recessione, perché la politica economica continua a farla la troika – mai Tsipras. Ma la cosa più grave è che abbia svenduto per pochi miliardi TUTTI gli aeroporti delle isole. Ed a chi? A Fraport, ovvero ai tedeschi. Questa cessione significa almeno mezzo punto di PIL all’anno. Un prezzo onesto per questa cessione sarebbe stato di 200 miliardi (un prezzo impossibile da ottenere, ovviamente), perché spezza le reni alla Grecia più di ogni altra misura intrapresa fino ad oggi. Tsipras ha fatto passare ciò che i suoi colleghi dei tradizionali e corrotti partiti della Repubblica hanno tentato, suicidandosi politicamente. La gente non capisce. In Germania Schäuble ha fatto votare il prestito da 87 miliardi, e molti nel suo partito hanno protestato, perché sono talmente stupidi da credere nella propria propaganda. Con questa decisione Merkel e Schäuble hanno impedito una crisi economica tedesca, che incombeva a causa del tracollo cinese, ottenendo non ciò che sognavano un anno fa, ma il triplo. Roba da non credersi. Sinceramente capisco il Regno Unito che ragiona, stavolta seriamente e non solo per esercitare pressione, sull’idea di uscire dall’Unione Europea. Le battute secondo cui la Germania avrebbe perso la guerra ed avrebbe vinto la pace sono stucchevoli, ma perché vere. Ma non basta. Se sono divenuto suddito di Berlino, allora dovete darmi SUBITO il diritto di votare quel governo. Ma non perché devo difendere il nazionalismo greco o quello italiano, che sono pappole per polli, ma per difendere la Germania (e quindi noi) da una serie di politiche economiche solo apparentemente vincenti, ma che nascondono il fatto che la Germania – e quindi la UE – oggi cresca solo digerendo se stessa, abbattendo i prezzi delle commodities (e quindi aumentando il numero dei migranti in modo esponenziale), mettendo in ginocchio i partners commerciali e rimettendo tutto nelle mani degli stessi banchieri che hanno creato il disastro. Aiuto! E non venitemi per favore con la SPD! O con i Verdi, che sono ancora più inutili. Qui ci vuole un partito non confessionale, europeo, che risolva la questione fondamentale. SI vuole far finta che il capitalismo funzioni? Allora bisogna accettare la critica marxista centrale: il perno del capitalismo è la forza lavoro, non il capitale. O questo, o la guerra e la carestia entro i prossimi dieci anni.

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