Air Berlin è fallita. Etihad, che la controlla, ha depositato i libri contabili in Tribunale. Il governo della Repubblica Federale Tedesca le ha garantito un prestito ponte di 150 milioni di Euro perché continui a volare finché non si trova una soluzione – ovvero, un nuovo compratore. Offerte ce ne sono: da parte di TUIfly, di Condor, di Easyjet. Ma ieri il Ministro Federale delle Finanze, la Signora Brigitte Zypries (socialdemocratica dell’Assia), ha dichiarato ufficialmente che spera che Air Berlin venga rilevata da Lufthansa e rimanga quindi in mani tedesche, sollevando un vespaio di polemiche tra i difensori del liberismo conservatore. Lufthansa appartiene al 34% allo Stato federale tedesco, il secondo maggior azionista è un fondo offshore, Templeton Global Advisors Ltd., che ha sede alle Bahamas ed ha circa il 10% di Lufthansa. Etihad, dopo aver fallito con Alitalia, ha ripetuto il giochetto anche in Germania, e questo proprio nelle ore in cui il governo Merkel era costretto ad annunciare che il nuovo aeroporto internazionale di Berlino, intitolato all’ex Cancelliere Willy Brandt e che avrebbe dovuto aprire lo scorso anno, non sarà finito prima del 2020, con un costo cresciuto da due a sette miliardi – e non è ancora finita qui: costerà di più e ci vorrà ancora più tempo. Perché? Perché ci sono stati episodi di corruzione e moltissime irregolarità con le forniture, i materiali, insomma: con tutto. Alcune banali considerazioni. La prima: in una situazione analoga, Italia e Germania hanno commesso esattamente gli stessi errori ed a pagare è stato, in entrambi i casi, il cittadino. Non solo: né l’Italia né la Germania sembrano aver imparato, dato che reiterano il comportamento tenuto finora. Mal comune, mazzo gaudio? No, vi prego. Questo è un segnale gravissimo di qualcosa che non viene detto in modo aperto. In Germania le cose vanno male, la trasformazione progressiva della SPD in un mondezzaio paragonabile al PD italiano ha spesso costretto la Signora Merkel a compromessi allucinanti. La seconda: l’era della divisione del cielo tra compagnie aeree appartenenti a Stati nazionali, che aveva un senso politico più che economico, sta finendo velocemente e in un lago di sangue, in una spirale inarrestabile. Per mantenere l’industria aeronautica in crescita, c’è bisogno che volino in tanti, possibilmente tutti, e devono scendere i prezzi. Quindi la sicurezza, quindi il comfort, quindi la copertura non solo di grandi, ma anche di piccoli aeroporti – il che favorisce sempre più la ferrovia, che oggi, sia come prezzo, che come comfort, sicurezza e velocità, sta per battere l’aeronautica – tranne che nei voli intercontinentali. Terza considerazione: la fine della FDP, la crisi dei Verdi e dei Socialisti, corrispondono all’avanzata dell’AfD, che è (come il M5S) un movimento di estremissima destra, e che vince con una tattica che, non del tutto a ragione, viene definita populista. Su alcuni temi AfD e M5S sono pronti a spaccare tutto (salvo poi rimangiarsi tutto, se necessario), ma sulla maggior parte dei temi complessivi ed interconnessi, questi partiti hanno posizioni di principio che dimostrano che chi le ha prese non capisce nulla dei temi affrontati e quindi spara a casaccio ciò che crede che piaccia alla gente. In realtà, la forza di questi partiti è dovuta SOLO ED ESCLUSIVAMENTE alla corruzione totale ed alla degenerazione dei quadri dei partiti storici. Persino negli Stati Uniti, che hanno un sistema apparentemente impermeabile, ciò ha portato Donald Trump alla presidenza. La crisi di Air Berlin e dell’aeronautica tedesca è, a mio parere, un simbolo di una crisi profonda e strutturale dell’economia degli Stati Nazionali, e di questi stessi Stati in quanto tali, specie se rimasti incagliati nelle spire del capitalismo finanziario e delle sue bolle speculative. In queste righe non mi avete mai sentito parlare di soluzioni, perché non ce ne sono. A meno di non eliminare gli scomodi esseri umani che si ostinano a vivere in questi sistemi che si stanno autodistruggendo.

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