– Anche il secondo gruppo di ospiti lascia la cura. Sono quindi capostecca. Sarò inflessibile: da domani, chi vuole entrare nella sala ristorante dovrà fare venti flessioni. Anche Verena se ne va. Stasera, al commiato, era formale e imbarazzata. Come i pazienti guariti dal cancro che lasciano la corsia dell’ospedale e quindi l’intimità nata con i compagni di dolore (Daniele Bevar, lo so, sto citando “Gildo”). Da domani dovrò abituarmi a nuove spine, rispondere alle stesse domande. Sicché stasera ho avuto un breve momento di stanchezza, ma poi mi sono guardato allo specchio: ho ancora il pancione di un rinoceronte, ma il resto del corpo si sta sgonfiando. Essere qui è la cosa più giusta possibile, per me. Diabbolik, andandosene, ha rilasciato un’intervista ad una rivista locale. Siamo venuti così a sapere come, in gioventù, lavorasse come spogliarellista in un teatro torinese. Ecco da dove veniva la sua sfrontatezza! Alla fin fine era uno dei personaggi più simpatici che ho incontrato qui, anche se aveva una spocchia da leonessa e se non avrei trovato alcun argomento di conversazione con lei nemmeno se avesse fatto da moderatore Gigi Marzullo. Alle sei di sera strepitosa conferenza del Sig. Etetica, apparentemente un cuoco di fama internazionale. La sua serata intitolata “Imparare la cucina di Etetica” è stata un successone, ma io non ci sono andato, stavo leggendo l’ultimo romanzo di Esmahan Aykol e facevo un paio di telefonate. Non mi arrenderò mai all’egemonia culturale sanmarinese, resterò patriota e continuerò a sognare la mozzarella in carrozza. Come dice Roberto Vecchioni “alla tua età scrivere una canzone non sarà più che questo”. Oggi ho scoperto un altro dettaglio che comprova la mia teoria secondo cui in questo centro si fanno degli esperimenti di tecnologia aliena sugli umani (naturalmente con l’appoggio della plutocrazia giudiaico-massonica-vaticana diretta dagli Americani, chiedete all’On. Di Battista). In una stanza del centro terapico alcune persone vengono stese su un lettino, narcotizzate, coperte da un telo di plastica. Poi il telo viene alzato come se fosse il cofano di un autocarro. Intorno vengono montate delle luci ed alla vittima viene praticata l’applicazione di alcuni meccanismi elettronici che, grazie ad una tecnologia incredibile, con l’ausilio di una crema pazzesca, vengono assorbiti dalla pelle senza che venga praticata alcuna incisione. Questi meccanismi, una volta assorbiti dal corpo, liberano una qualche sostanza, di modo che la vittima perda peso e circonferenza addominale, ma al prezzo di chissà cosa, che subitaneamente accade con la loro anima e con la loro supposta umanità… Me lo hanno proposto, ho preferito la cyclette. E’ incredibile scoprire che, fra la morte e la palestra, io abbia scelto la seconda – avevo sempre creduto che sarebbe stato il contrario. Continua a riuscirmi difficile unire il mio corpo al mio spirito, non sogno pizza e patatine, ma ho nostalgia della sensazione di spossatezza che mi dava il cibo quando lo usavo come droga. Chissà se riuscirò ad uscire da questo maledetto loop. In ogni caso ci provo. E stanotte, porca miseria, tenterò di nuovo di salire di sopra e capire cosa ci sia nella Zona Rossa. Ho bisogno di riempirmi di emozioni, visto che non posso strafogarmi. E forse nemmeno lo voglio. Diventare adulti è una seccatura terribile ma necessaria. Al mondo non conosco praticamente nessuno che ci sia riuscito, nemmeno tra gli affetti più anziani di me. E’ un bene o un male? E’ soltanto un dato di fatto. In un mondo confuso e straziato dalla menzogna, bisogna tornare alla radice. A muovere l’umanità non è la fame, o il freddo, il sesso, il denaro ed il potere. Questi sono solo mezzi, strumenti che aiutano a raggiungere l’essenza dell’essere umano e delle forze che lo comandano: la pigrizia e la paura. Un filosofo liechtensteinese che conoscevo tempo fa mi disse che a tutto questo si può opporre la calma. Ebbene, come molti di voi già sanno, nella mia lunga vita sono uscito con molte ragazze: Ansia, Angoscia, Pazzia, Isteria, Rabbia, Rassegnazione… ma Calma no. Non l’ho mai conosciuta. Vediamo nei prossimi giorni. Buona notte.

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