Scrive il mio carissimo amico Alessandro Orlandi, e condivido fino all’ultima virgola: “Una delle riforme di cui si sente urgente bisogno è la fine del “benaltrismo”, cioè del vizio di rispondere a una critica fondata spostando il problema su “ben altro”, su altre persone, su altri partiti e su ciò hanno fatto in precedenza. Si fa notare che la Raggi ha presentato un bilancio che sembra scritto da un bambino ritardato? Si risponde che chi osa criticarla dev’essere per forza un sostenitore di chi l’ha preceduta e che meriterebbe un ritorno a Mafia Capitale, perché la colpa è delle amministrazioni precedenti (ma cosa c’entra? la bocciatura del bilancio è dipesa dall’imperizia con cui è stato redatto). Si deplora l’ignoranza e il pressappochismo di Di Maio o di Di Battista? (uno che scambia Cile e Venezuela, l’altro che “comprende” le azioni dell’Isis) – Si replica che, evidentemente, si preferiva Berlusconi, o che si è per lo meno primi cugini di Renzi o collusi col nonno della Boschi. Si resta basiti di fronte all’idiozia di Grillo, che in televisione sostiene che la risposta ai problemi economici sarebbe lo sviluppo del laser a 3D? Si viene immediatamente sospettati di collusione con la camorra e col padre di Renzi. Si prova una leggera nausea per la politica europea del M5s, per l’alleanza con Farage, per l’atteggiamento sui profughi? Il nostro interlocutore grillino è allora certo della nostra appartenenza ai servizi segreti tedeschi e ci sospetta di avere una torbida relazione con Schäuble. Si deplorano le firme false che hanno condotto all’inchiesta di Palermo sui consiglieri a 5 stelle? E allora – si replica – dove li mettiamo tutti i deputati e senatori inquisiti degli altri partiti? Si resta agghiacciati di fronte al video di Gaia, la religione M5S della Casaleggio & c, che prospetta nel 2050 una democrazia mondiale telematica pagando il prezzo di cinque miliardi di morti? Qui non c’è replica, perché il medio militante grillino non ha visto il video o l’ha rimosso. Marra inquisito e accusato di nepotismo? Peccati veniali, ci rispondono, se si pensa a Sala e a Milano. Si è perplessi per i contratti anticostituzionali con multe da 150.000 euro, firmati da deputati, senatori e sindaci con la Casaleggio associati, per far parte di un partito antidemocratico in cui una sola persona, Grillo, decide per tutti e diffonde l’enorme bugia della “democrazia telematica”? Si sostiene che si tratta di una riedizione peggiorata delle utopie negative di Orwell e di Huxley? gli argomenti del militante grillino divengono allora decisamente puerili ed egli sostiene che la perplessità è dettata da paura e invidia, dalla percezione che i propri inconfessabili interessi verranno ben presto intaccati dalla Giustizia di cui M5S è portatore. Il tutto si accompagna con un fideismo jihadista, da adoratori di congegni, e dobbiamo risalire ai grandi totalitarismi di inizio ‘900 per trovare una simile mancanza di libertà di pensiero, tanta penosa ottusità e fanatismo, questa capacità illimitata di accecarsi di fronte alla realtà e di deformarla a proprio uso e consumo, che fa di questo movimento politico un movimento religioso. Il vittimismo piagnucoloso (“i media e il potere ci perseguitano”) si alterna con l’aggressività verbale. Così come dobbiamo risalire al movimento dell'”Uomo qualunque” per trovare un simile coacervo di triti luoghi comuni sulla politica conditi in salsa di rabbia sociale. Chi scrive non aderisce ad alcun partito, non ha simpatia per i precedenti governanti, detesta ogni tipo di potere autoritario, di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di razzismo, di intolleranza, di fanatismo, di falsa coscienza. Ma ritiene che l’idiozia al potere sia il peggiore tra i mali che possono affliggere la cosa pubblica”.

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