– Beppe Grillo ha appena finito di parlare. Tutto il Centro di Roma è pieno, immobile sotto la pioggia. Quando Lui ha chiesto di chiudere gli ombrelli, la gente l’ha fatto. La stessa gente che spense la Tv quando glielo chiese Celentano. Non ho mai visto tanta gente. I grillini dicono 800mila. So solo che Piazza San Giovanni, la piazza retrostante fin oltre la chiesa, Piazzale Appio, Via Merulana, sono fitte di persone che ascoltano in silenzio. Alcuni hanno il viso rigato di pioggia e lacrime – come se la Roma avesse appena vinto lo scudetto. Non c’è niente di politico in questa massa commovente e commossa. Non c’è nemmeno violenza, anche se c’è l’Esercito schierato ed io sono finito qui perché volevo andare a vedere Alessia Berardi a Testaccio – impossibile. C’è l’Italia che crede che si sia arrivati ad un appuntamento con la Storia ed ha voluto esserci, mi pare. Dopo stasera sono convinto che Grillo prenderà più del 20% dei voti e sono convinto che, quando si rivoterà in un Paese distrutto dalle banche, dal Montismo, da vent’anni di schifosa correità di Silvio Berlusconi, Piefrancesco Casini, Roberto Formigoni, Umberto Bossi, Massimo D’Alema, Giuliano Amato, Romano Prodi e compagnia cantante (gli altri, irrilevanti, non ha senso menzionarli), Grillo prenderà la maggioranza relativa. Per farne cosa davvero non so. Il suo programma politico è splendido nei temi ecologici, di un moralismo calvinista e beghino nel voler fare religiosamente piazza pulita dell’Italia (l’unica Italia credibile, infatti, è quella senza italiani, così come l’unico capitalismo finanziario che funzioni è quello che ha abrogato gli esseri umani), fascista nell’economia e nel sociale, ignorante e volgare nella cultura. Ma è un programma politico. Sono gli altri l’antipolitica, lui lo sa bene, e gioca bene questa carta. Ma non so cosa intenda fare davvero. Non mi importa nemmeno sapere se crede davvero a ciò che dice. Ha messo la gente qualunque a dirigere un movimento di milioni di persone: ha ragione? Ha torto? Lo farà davvero? In questo momento sono altre le cose che contano. Beppe Grillo ha colpito nel segno nel proclamare sante le seguenti idee: a) gli italiani odiano l’Italia e si rifiutano di considerarla come una cosa di propria responsabilità, vogliono che qualcuno spazzi via tutti ma non si interessano tanto del dopo, credono che bastno buona volontà ed onestà – che certo sarebbero un bell’inizio; b) che gli Italiani credono che la responsabilità di tutto sia dei politici, non di coloro che li hanno votati, non di coloro che negli ultimi 65 anni hanno barattato i propri diritti e doveri democratici con uno stipendio spesso pagato a fronte di nessuna prestazione; c) che gli Italiani hanno bisogno di un capocoro, di un capocomico, di un capopopolo. Grillo non parla di merito, ma di dirittio acquisiti ed inalienabili. Sei vivo, italiano, diplomato? Hai il diritto di essere trattato come se tu facessi qualcosa di responsabile, di utile, di onesto, di necessario, di solidale, di efficiente, di innovativo, Basta con i sacrifici, è l’ora di Lucignolo. Quanto schifo e quanto a lungo hanno governato i mostri, se ora persino coloro che da loro sono nutriti e drogati si rivoltano contro? Le Tv diranno che non è vero nulla, o taceranno questa serata. E se il voto non sarà uno schiaffo sufficiente, il prossimo sarà più forte. Ma noi? Noi che crediamo nella complessità, nel senso di responsabilità, nella necessità di capire, di osservare sotto diverse prospettive, di tollerare, di imparare, cosa possiamo fare? Noi che sappiamo che Mario Monti ed i suoi accoliti di finta destra, finto centro e finta sinistra sono solo i complici che, al contrario degli adepti di Grillo, l’Italia allo sbando ce la portano coscientemente e con gusto? Non mi dite Bersani, per favore. Non siamo mica qui per votarlo per poi poter dire: ve l’avevamo detto che si sarebbe legato e venduto mani e piedi. Ve lo diciamo ora.

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