Nella storia dell’umanità, se c’è qualcosa di cui c’è sempre stata abbondanza, sono i culi in vendita. Ciò che manca, spesso, sono i compratori, e per questo motivo io stesso, spessissimo, ho sbagliato nel valutare le scelte di tanti ani assetati, non riuscendo ad immaginare un mercato per le loro ingordigie. E quindi non mi sono accorto in tempo del possibile successo di una determinata operazione elettorale. Al giorno d’oggi, i più grandi acquirenti di deretani sono il governo Russo, quello Cinese, quello Americano, quello di alcune multinazionali, e quello del miliardario George Soros. Tutti quanti considerano inevitabile la fine della democrazia e la sua trasformazione. Molti credono nella restaurazione di oligarchie medievali, o di regimi tirannici più o meno mascherati, ed hanno imparato che gli esseri umani, nella stragrande maggioranza, non sono soltanto in vendita, ma sono orgogliosi di esserlo, a patto che gli si dica che l’acquirente compri i loro pregi, e non le loro debolezze: La qualità, e non la quantità. In realtà accade esattamente il contrario, ed è su questa discrepanza che si gioca la partita del populismo: ti racconto bugie su tutto, e tu fai finta di crederle. Tanto siamo entrambi convinti che ci sia una sola direzione possibile, e che sia quella del mercato delle chiappe, nell’ambito del quale ciascuno di noi spera di essere tra i prescelti, e magari investe in chirurgia estetica per essere tra coloro che verranno imbarcati sull’Arca di Noé. Mi pare interessante notare che, con l’imbarbarimento degli ultimi anni, specialmente in politica, si è persa la nozione di dove sia la sottile linea di demarcazione tra il raccontare bugie e crederle, dopo averle dette. Se si guarda con attenzione a questa tornata elettorale, TUTTI, ma proprio tutti, cercano di scavalcare gli avversari promettendo qualcosa di ancora più grande ed irrealizzabile, ed inseguendo le paure collettive che, aprendo il Vaso di Pandora del fascista che alberga nei nostri stomaci, sono state evocate negli ultimi 25 anni ed hanno preso il sopravvento sulla nostra intelligenza. Oggi il fulcro del problema lo capiscono tutti: il lavoro non c’è, l’economia neoliberale vacilla e crolla, la pace non tiene, la democrazia ha fallito, l’ecosistema è in pericolo. Ed i partiti parlano d’altro, come se scacciare i negri, regalare 80 Euro, mandare tutti affanculo e, più concretamente, rifiutandosi di accettare la responsabilità individuale e collettiva della consapevolezza, della complessità e della necessità di imparare, potesse essere la grande soluzione apotropaica che ci salverà tutti e ci porterà a vivere “Dallas” e “Beautiful” nella vita vera. Oggi, votare PD, Forza Italia o M5S è lo stesso. La proposta VERA di questi partiti è una sola, uguale per tutti: chiudere l’esperienza democratica e passare alla tecnocrazia. Casaleggio lo disse onestamente, ed ha provato (in vita) a trovare un compromesso tra tecnocrazia e diritti individuali – ed ha fallito, purtroppo, come si vede dalla trasformazione del suo sogno nell’incubo bipolare Di Maio – Di Battista. Renzi, Salvini e Berlusconi, ma persino quelli di Casa Pound e Forza Nuova, credono alla stessa svolta autoritaria dei Grillini, ma non lo dicono, ci imboniscono con i regali di Babbo Natale. Ma tutti sbagliano, perché inseguono le letterine scritte dai bambini e cercando di far finta di esaudirle, sapendo che in quel modo rincorrono la maggioranza dei voti. Non sanno più che la politica la si fa, con successo, anche avendo solo il 3%, come hanno dimostrato, in passato, Repubblicani e Radicali, due razze oramai estinte (purtroppo). In un agone vuoto di idee e soluzioni, con il 3% si può indirizzare il mondo intero. La storia umana è piena di esempi di questo, ma sono stati dimenticati da quasi tutti. George Soros, invece, sa benissimo ciò che fa. Lui è stato il primo, oltre trent’anni fa, a preconizzare la nascita di una tecnocrazia fondata sul consenso popolare, e con la sua teoria della riflessività ha previsto con largo anticipo molte crisi avvenute in questi ultimi decenni, ed è riuscito a starne fuori, arricchendo ed aumentando il proprio potere, finanziando ovunque operazioni politiche ed elettorali, con la sua Open Society Foundation, la cui forza è sempre stata il fatto che Soros spendesse per un’idea, e non per un torrnaconto personale immediato. Genuinamente antidemocratico, subliminalmente antisemita, non possiede l’asprezza di chi vuole opprimere, ma la consapevolezza dell’indirimibilità della fine della democrazia ed il convincimento che questa possa essere abrogata democraticamente – ovvero: che la gente, purché compri il culo di ciascuno, rinuncia volentieri all’utopia democratica. Perché l’essere umano è pigro e pauroso, odia consapevolezza e responsabilità. Nella maggioranza dei suoi individui. E qui sta la vera partita. Mentre PD, FI, Lega e M5S rincorrono, tutti insieme, a colpi di spergiuri ridicoli, i barbari ed i gozzoviglioni beceri che si sono arresi al proprio fascismo, Soros insegue e blandisce coloro che invece pensano e che vorrebbero, potendo, avere più influenza e vedere delle vere idee realizzate. Per questo motivo, nel 2011, aveva pubblicato un suo manifesto, “As concerned Europeans we urge Eurozone leaders to unite”, sottoscritto (per l’Italia) da Emma Bonino. La stessa Bonino che oggi, coerentemente, ha chiamato +Europa la sua coalizione elettorale di galoppini senza padrone (culi in saldo) e se l’è fatta pagare lautamente da Soros. Io, che mi ero arrabbiato per il fatto che in questo modo Bonino abbia cancellato in tre mesi 30 anni di storia Radicale, non ho capito che Pannella sia morto. Chi muore paga, ed i cocci sono i suoi. Bonino, con le tesi ed i soldi di Soros, parla a quel 3% di persone che non vuole passare il weekend in un supermercato, non guarda i cinepanettoni, non crede alle balle degli altri, e chiede a gran voce di difendere la propria dignità. Il problema è che si tratta di un modo di acciuffare il voto dei contrari per giustificare la trasformazione di una democrazia in una tecnocrazia, perché Soros vuole ciò che vogliono tutti ma, come chiedeva Gaber, almeno dando dei bacetti mentre ti sodomizza. Questo progetto può funzionare, e credo che Soros riuscirà a portare +Europa (che per me rimane, più onestamente, col nome di Poracci per Tabacci) in Parlamento. Dopodiché si batterà per una tecnocrazia dal volto umano e cercherà di imporre (con buone possibilità di successo) le sue teorie sulla riflessività (leggete sul sito di Soros, io ho già scritto tantissimo in questo post) all’Unione Europea, considerata l’unico laboratorio ancora possibile, e sull’Italia, considerata il luogo migliore, il ventre molle in cui provarci davvero. Dal punto di vista umano, questa operazione mi fa orrore, perché i candidati di questa lista vogliono, come tutti, uno stipendio fisso, l’ultimo per cui valga veramente la pena cercare di commercializzare il proprio culetto – e se ne fregano di quali contenuti siano dietro l’operazione elettorale, basta entrare nell’Arca di Noé prima del diluvio che incombe. Dal punto di vista intellettuale, mi pongo il problema di quale possa essere un’alternativa alla tecnocrazia, che poi sarebbe il pragmatismo assoluto, pronto a sacrificare miliardi di vite, se necessario, per giustificare il lusso di quell’1% della popolazione mondiale, che ha capito come funziona il gioco, perché ha studiato e si è applicato. La scommessa, come sapete, è di riuscirci con un gruppo di sorelle e fratelli di angoscia, e di riuscirci entro Natale 2018. Vedremo.

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