L’Amore, come lo conosciamo oggi, è un’invenzione della cultura borghese successiva al Congresso di Vienna. Fino a poco tempo fa i legami familiari prescindevano completamente da questo sentimento, ancora oggi così difficile da definire. Si veniva sposati in base a criteri di interesse della prole, o si era costretti al concubinato a causa della propria appartenenza ad una classe sociale “inferiore”. Dai tempi della Rivoluzione Francese, ed ancora di più dopo l’approvazione della Costituzione degli Stati Uniti, la ricerca della felicità è divenuta un diritto inalienabile riconosciuto (quasi) universalmente. Oggi, invece, esiste una spinta enorme in direzione opposta: la percezione della pericolosità ed instabilità della situazione politica, religiosa, culturale e soprattutto economica e del diritto, porta sempre più persone a ritenere la ricerca della felicità non solo un diritto da NON difendere, ma un nemico da attaccare. Ciò in nome di un formalismo che, accettato superstiziosamente, si crede restituirà pace e sicurezza ad una società che altrimenti ha perso tutte le sue caratteristiche umane. Negare il diritto alla felicità, all’amore ed alla difesa giuridica di questo a dei cittadini in base a dei criteri discutibilissimi di appartenenza di genere è un atto violento, ingiusto, volgare, pericoloso, fascista, quindi disumano. Il fatto che io, nella mia vita, non vorrò mai avere rapporti sessuali con un maschio, non obbliga tutti i miei simili a fare lo stesso – a meno che non si tratti di violenza. ma le coppie omosessuali non sono il frutto di una violenza, o comunque lo sono statisticamente molto meno della famiglia “classica”, nell’ambito della quale il sopruso, il possesso, la violenza e la brutalità medievali sono tornati di moda – come spiegano i dati tremendi sul femminicidio. Viviamo in un momento in cui la felicità appare veramente come un’aspirazione negata. Capisco che la Chiesa Cattolica (che non è uno Stato, ma una religione) non accetti matrimoni omosessuali. Facciano come credono. Del resto, chi gioca nella Roma non può scendere in campo in biancazzurro, e su questo siamo tutti d’accordo. Ma qui non discutiamo dell’opinione di Dio, ma di quella dell’uomo. Se gli uomini iniziano a proibire la difesa della felicità contro la brutalità, la volgarità, il fascismo, allora la società dei Lumi, in cui ho sempre creduto (pur credendo in Dio che, secondo me, come dice Giorgio Gaber ha cose più importanti di cui occuparsi), è morta. Ma ancora più schifo mi fà il fatto che un governo ed un’opposizione che, non avendo alcuna idea su come risolvere la crisi culturale ed economica del Paese, impongano una discussione interminabile ed assurda sulla negazione della felicità. In questo non esiste nessuna differenza tra Renzi, Berlusconi, Grillo, ed il medievalismo truculento e ignorante dell’Inquisizione Cristiana che, nutrendosi dell’orrore del fondamentalismo islamico, ha una gran voglia di menar le mani. Non contro Da’esh, naturalmente, che quelli fanno male. Prendiamocela con i poveri omosessuali, che invece li possiamo fare a pezzi e non si difendono. E’ proprio vero: il sonno della ragione genera mostri.

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