– Ho passato le ultime ore a studiare la questione JP Morgan e le conseguenze sul resto del sistema bancario, includendo la rinuncia di Banca Intesa San Paolo ed Unicredit di quotarsi a Londra. JP Morgan aveva annunciato, una decina di giorni fa, di aver perso circa 2 miliardi di Euro con le scommesse sui derivati. Per chi credesse che si tratti di concetti astrusi, i “derivati” sono scommesse sull’evoluzione del prezzo di una merce. Due parti scommettono, l’uno sull’aumento l’altro sul decremento di questo prezzo, e poi fanno un contratto con un’assicurazione nel caso perdano. Le assicurazioni poi si contrassicurano e riassicurano. In questo modo il valore dei contratti fa aumentare (nominalmente) la quantità di denaro sul mercato. Il gioco va bene finché le scommesse, alla scadenza, vengono rinnovate. Quando non accade (perché le banche non hanno le garanzie per farlo) tutti pagano, e l’economia (semplifico molto, lo so, ma è per capirsi) si riazzera, bruciando la quantità “finta” di denaro che era cresciuto nelle banche nei tempi dei derivati. La crisi globale che stiamo pagando è una crisi globale del sistema dei derivati, costata oltre 1000 miliardi, pagati dagli Stati (da noi, quindi), alle banche. Con questi miliardi le banche hanno preso il controllo sugli Stati Nazionali (in paesi come l’Italia, grazie all’appoggio politico di governi come quello tedesco) ed usano i soldi che abbiamo regalato loro per comprarsi i debiti che abbiamo contratto per pagarli (eh già, è andata così, il nostro debito l’abbiamo contratto tra l’altro per impedire il crack delle banche…) e per ricominciare a giocare con i derivati. Contro di noi. JP Morgan, una delle più grandi banche rimaste in vita, ha annunciato di aver perso 2 miliardi, ha cacciato via un po’ di manager, poi ha iniziato a trattare segretamente con il governo federale americano e con la Banca Centrale Europea. Nel frattempo abbiamo scoperto che il buco ufficiale è di almeno 7 miliardi di Euro. Fra i banchieri che conoscono la cifra che corre è di 26 miliardi. Il costo per il sistema bancario globale dovrebbe essere intorno ai 140 miliardi di Euro. Per una minchiata di una banca. Il deficit della Grecia, al confronto è una quisquilia ed una pinzillacchera al contempo. Come sapete, a Siena il Monte dei Paschi sta cappottando. Unicredit e Intesa San Paolo hanno crisi di liquidità. Ma la notizia vera, e quasi segreta, è che in tutta Europa la gente sta correndo al bancomat e sta portando via i contanti. Secondo BaFin, il sistema di controllo dei mercati finanziari tedeschi, le banche europee hanno a disposizione circa il 5% dei contanti versati dai clienti. Se i clienti chiedono una cifra superiore a questa, le banche chiudono. Allora pian piano cominciamo a capire cosa vogliano i veri capi di Mario Monti e dei ministri Pupazzetti che guidano il sistema antidemocratico italiano, e perché io non abbia avuto tutti i torti, a novembre, a dire che Berlusconi sarebbe tornato sul palco in un anno come salvatore della Patria. Perché le banche, peggio di lui, non sono state capaci di far funzionare se stesse, né il mercato libero, né il liberalismo finanziario, né nulla. Sono degli inetti. Tecnici, ma inetti. L’ignoranza che diventa arroganza, diceva il mio indimenticabile professore di italiano Silvano Stipcevich. Sapevàtelo.

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