Al di là del facile moralismo e dell’ancor più facile disfattismo sull’ennesimo scandalo sulle partite di calcio truccate, credo sia necessario mettere un paio di puntini sulle i. Il calcio costa più di quanto rende. O si trova qualcuno disposto a gettare milioni a fondo perduto in una squadra, o non ci sono i soldi per restare nel calcio professionistico – ed anche lì le partite vengono truccate grazie a decisioni arbitrali o favori della Lega perché ci sono interessi immensi in ballo. Il calcio è oramai un balletto sempre più simile al wrestling, ma sposta tantissime passioni, perché rimane l’unico spazio emancipatorio per oceani di persone rese superflue dal sistema economico e, quindi, espulse anche dalla democrazia. Ma allora bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo, come sta facendo Michel Platini, che sta trasformando la sordida ed egoista corruzione della gestione medievale di Sepp Blatter in una moderna e spietata mafia dei colletti bianchi, in cui si punisce un club italiano per mancanza di fair-play economico e si permette a Real Madrid, Paris Saint Germain ed altri club di avere decine di miliardi di buco o di cavarsela, come nel caso di Barcellona, quando vengono prese con le mani nella marmellata. Oggi il problema delle Leghe inferiori (non televisive) è irrisolvibile senza l’apporto delle tre uniche (vere e credibili) possibili fonti di denaro, tutte e tre di origine criminale: i soldi delle coppe, quelli delle scommesse clandestine ed il tifo violento. Alla fine ciò che importa è l’aspetto burocratico dell’apparenza. Un girone di campionato a 16, 18, 20 squadre, in cui ciascuna abbia incontrato le altre ed abbiano concorso a costituire una classifica, non importa quale. Tutto è apparenza, sicché la maggior parte dei dirigenti del calcio sono dei gangsters, dei cafoni e dei papponi, come si vede guardando chi dirige le nostre Leghe e ogni due per tre insulta le donne o fa degli strafalcioni parossistici. Non c’è alternativa. Come dice scherzando Crozza, nelle tundre del Kazakistan pastori protostorici ascoltano alle radioline il risultato di Cepagattese – Lettomanoppellitana. Hanno scommesso i quattro copechi sortiti da un commercio di pelli di pecora e conoscono i trafficanti di scommesse che hanno “convinto” alcuni giocatori a far finire la partita dieci pari. E finisce dieci pari. Il campionato va avanti, le due squadre hanno i soldi per continuare, e nelle tundre del Kazakistan qualcuno fa festa. Evviva. Quindi smettiamola col moralismo ed avanti col pragmatismo platiniano. E comunque sempre Forza Roma, eh?

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