– Nella vita ci sono decisioni che prendo sempre d’impulso, avendo una fiducia illimitata nella mia buona stella, nel mio senso del ritmo, nella mia resistenza fisica e mentale. Anche stavolta sono salito su un’auto ed ho fatto un viaggio lunghissimo per avere due ore in cui sentivo che si sarebbe concentrato qualcosa di importantissimo ed ineludibile. Non è stato così, ma non sono deluso, anzi. Il risultato è una presa di coscienza di qualcosa che sapevo già e, a causa della mia eterna insicurezza, temevo di valutare male. Ora sono in un albergo freddo di una città irrilevante come la noia, e stento a muovermi perché ho davanti un altro viaggio lunghissimo, quello del ritorno, senza l’entusiasmo infantile che mi aveva trainato fin qui. Nulla di male. Fossero tutti qui i guai della vita. Ma ho due nuove domande che non mi ero fatto mai. La prima ha, purtroppo, una risposta nota. La seconda forse anche, ma sono ancora troppo vanesio per ammetterla. Prima domanda: Ho ancora il fisico per sostenere questi strapazzi? Per quanti giorni pagherò questa scappatella restando stremato e quasi incapace di lavorare e sostenere alcuna attività sociale? La seconda domanda, quella sottile, è: perché diamine sono qui? Intendo dire: quale è il VERO motivo? E da chi diavolo mai mi attendevo un premio? Per cosa? Quale premio? Forse la noia è la chiave. Non bisogna MAI e poi MAI avere le mani libere.

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