La morte di Fidel Castro è divenuta un fatto irrilevante, dato che erano anni che era praticamente scomparso e che Cuba aveva iniziato una lenta ma sicura marcia di riavvicinamento agli Stati Uniti. Il regime cubano ha significato tantissimo, specie come simbolo romantico, per tantissimi occidentali, ed in nome di questo molto di noi hanno cercato di non vedere i prezzi dolorosi in povertà ed umiliazione pagati dalla popolazione cubana. Ma forse è proprio così che dovrebbero finire certe storie. Mi viene in mente “La livella” di Totò. Mi viene in mente il mio sciocco orgoglio di quando mi permisero di ripubblicare un fondo di Fidel su un quotidiano svizzero, e quello ancora più grande di quando pubblicarono qualcosa col mio nome – dopo averlo completamente stravolto. Non avevo ancora 30 anni, e qualunque cosa mi faceva gongolare, non avevo nessun controllo sul senso di opportunità. Così in questo giorno la mia memoria va ai tantissimi cubani ammazzati dal regime, tutti senza nome. Ed ai sogni di noi bambini occidentali, cresciuti nella bambagia, che fingemmo di credere che in un Paese di violenza cruda e sorda come quello. tenuto in piedi da un’immensa gioia di vivere della popolazione, avremmo potuto essere felici anche noi – tant’è che non ci andammo mai.

Lascia un commento