Sfidando la jungla tropicale e le nevi eterne della Terra dei Rutuli, ieri siamo andati a portare le Cronache di Buru Buru nel Jam Circle Club di Damiano Dragonetti, una sorta di simpatico e dinamico centurione che, dopo anni di guerre contro popolazioni fantasmatiche come i Marrucini, i Frentani, i Peligni e i Parapaponzi ha ottenuto da Roma sia un terreno su cui ha edificato un locale bellissimo, sia alcuni schiavi etruschi per animarne le notti di baccanali. Un miracolo. C’erano Claudio Stronati e sua moglie Rita… che bello! Claudio non lo vedevo da millenni, e Rita non avevo mai ancora avuto il piacere di incontrarla… Poi c’erano Giancarlo Bufacchi con la sua famiglia – belle persone che sembra di incontrare per caso, e poi scopri che era necessario incrociarsi, ed infine l’immensa tribù di Isabella Petrecca, regina dei Rutuli, figlia di un Principe degli Osci e di una Principessa di Ugarit, sfuggita dalla Terra di Canaan. Avevo sentito parlare da tanto tempo dell’estensione di questa gens, ma non avevo mai creduto alle leggende narrate ai bivacchi dai pastori che transumano per quelle lande misteriose. Erano migliaia, nemmeno posso ricordarmene tutti i nomi. La tribù principale, che si riconosce perché ha una religione monoteista (credono alla Zia Isis, un’orchessa che abbaia ma non morde), era lì al completo: Michela Cohen, Susanna Cohen, Rebecca Righetti, Alessandro Giagu (che ha ispirato Roy Orbison per la sua indimenticabile “Only the Lonzie”), il famoso regista metaromantico Giovanni Pescarmona insieme a Costanza Matteucci. Con loro però c’erano Marco Petrecca con Cristina, poi una famosa attrice detta “la sorella cattiva”; e poi Luigi Petrecca con Marina, Giulio, Nicola, Filippo, Pancrazio, Teodolinda, Marzia e Porzia Petrecca, delle tribù mischiate ai Sanniti. Non potevano mancare Bruno e Hildegard Petrecca, dalle provincie longobarde, con i giovani Tim, Tom, Tam, Tem e Tum. Tum Petrecca era lì con la consorte, Pamela, ed i figli Qui, Quo e Qua, anche se Qua McPetrecca, oramai, è completamente integrato nelle tribù scozzesi e sta formando il proprio clan di stirpe Ebrida nelle Terre tra Glasgovium ed Aberdinium. Cecco Petrecca, invece, del clan Trasteverino, è venuto con la sua splendida Giunone Petrecca, detta Giugnocca, che tutti noi uomini abbiamo guardato con la solita salivante ammirazione. Ha portato i fratelli Teo Percheo, Meo Patacca e Lullo er Bullo, che a volte svolge alcuni lavoretti delicati per Damiano, spezzando i pollici ad avversari politici, commerciali, sentimentali e antipatici semplici. Ma non riesco a ricordarli tutti, erano troppi. E su di loro, come sempre, troneggiava eterea e leggiadra Isabella, sacerdotessa di Zia Isis, attraverso la quale sono stato adottato da quella stirpe immane che, per dimensioni, rivaleggia persino con la gens Fusae, che andrò a celebrare stasera ai confini delle Terre dei Rutuli, nel Pontino Dapaurino. Come è andata? Grazie alla grande cortesia di Damiano e dei suoi allegri schiavi è andato tutto bene. Grazie alla benevolenza della Zia isis non ci sono state scene di violenza, Grazie all’affetto di tutti i presenti è stata una bella serata da ricordare. Grazie davvero.

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