Bologna è una città con una grande attenzione per il multiculturale, e lo dimostra in modo permanente, per esempio dando i nomi alle strade. Nel noto gioco della mia gioventù chiamato “Corteo”, c’erano strade dal nome evocativo come “Ponte Ponente” e “Ponte Pì”, oppure “Via le mani dal naso” e cose simili – ma erano sfottò, o sarcasmo. Bologna celebra invece frasi famose, come quella di Elio De Angelis, indimenticato pilota (romano) di Formula Uno, che una sera, avendo perso tempo in una bettola e dovendo svolgere una sessione di prove a Misano, con tutta la squadra infuriata, salì in auto col suo chauffeur, il buon vecchio Baldassarre Ferrini da Argelato. Il Ferrini fece un botto con un autotreno per essersi infilato in una stradina senza guardare se sopravvenisse qualcuno, lui e De Angelis si salvarono per miracolo. L’incidente è accaduto vicino a Via Mazzini, che è il nome della Via Emilia nel tratto che porta a San Lazzaro di Sàvena (celebrata da Francesco Guccini per le vecchie che vi si masturberebbero alla Festa del Santo Patrono usando i paracarri – cfr. “Alla fiera di San Lazzaro”, da “Opera buffa”, EMI 1972). Il Municipio di Bologna, per ricordare quel gemellaggio tra Roma e Bologna, lavato nel sangue di De Angelis e Ferrini, ha intitolato la strada alla frase gridata dal pilota di Formula Uno quando venne estratto dalle macerie dagli infermieri dell’Ospedale di Sant’Orsola: “A Baldassarre! Azzo Guidi?”

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