Il mio scritto su Maria Elena Boschi ha scatenato un vespaio, ma non sulla questione in sé, quanto sui limiti concessi a coloro che si dichiarano “nuovi”, “onesti”, e membri di un movimento che farà piazza pulita del marciume e riporterà onestà e competenza nella pubblica amministrazione e nella politica. Dopo alcune ore di riflessione cerco di spiegare una cosa complessa, in proposito. In Italia, da quando sono nato, il politico ed il tecnico della pubblica amministrazione è colui cui si chiede un favore. il primo viene eletto, il secondo è lì, per sempre, per scelta di una divinità del caso che non serve analizzare ora. In generale, da loro ci aspettiamo che facciano funzionare la macchina secondo le regole – fingendo oltretutto che basti seguire le regole per far funzionare bene il tutto. L’ennesima superstizione degli ignoranti. Ma se conosciamo una di queste figure sul piano personale, o ne siamo parenti, o abbiamo un amico vero che ci possa portare fino alla soglia del loro ufficio, allora il politico ed il tecnico diventano i valvassini cui chiedere clemenza, offrire sottomissione e – soprattutto – elemosinare che violino le regole per aiutarci. E questo, noi italiani, lo riteniamo da sempre accettabile. Ed ancora: la stragrande maggioranza di noi ritiene che, nel proprio piccolo, possa permettersi di non fare il proprio dovere, di gettare le carte in terra, di ruttare in pubblico, di umiliare, di insultare ed aggredire le donne della propria famiglia, di sperare che l’arbitro permetta alla nostra squadra del cuore di vincere barando. Insomma, a livello personale siamo dei prevaricatori fascisti e violenti, ma abbiamo una morale pubblica sensibilissima, specie se si tratta di far soffrire i più deboli, cosa che ci manda in sollucchero. Abbiamo una morale elastica. Una cosa va bene se la facciamo noi, ci fa impazzire di rabbia se la fa qualcun altro. Il Movimento Cinque Stelle è la sintesi perfetta e straordinaria di questo. A livello individuale sono spesso la feccia, come dimostra il M5S a Roma ed in Sicilia. Rubano, truffano, mentono, prevaricano, non fanno nulla di ciò che dovrebbero o che avevano promesso, e si scannano tra loro. Salvo poi riunirsi in messe collettive, in cui si bruciano gli avversari in effigie, o picchiare i singoli incontrati per strada, ed insultare con una veemenza trogloditica persone che nemmeno conoscono sui social network. Il Grillismo incoraggia il singolo a delinquere mentre impreca contro i delinquenti. Sono passati 41 anni da “Libertà obbligatoria” di Gaber, e quel messaggio è più attuale che mai. Ma il mondo ha dimenticato. Bisogna ripensare tutto come se fosse nuovo. E ripartire da zero nel femminismo, nell’insegnare la democrazia, nell’istruzione. In tutto. Ricordandoci che l’alternativa a ciò che i nostri nonni ed i nostri padri hanno costruito tra il 1948 ed il 1968 è la guerra, la miseria, la morte.

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