Credo che i lanci di missili nordcoreani creino un problema nuovo e difficilmente risolvibile. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la pace global è stata assicurata da tre ragioni fondamentali. Prima ragione. L’equilibrio molto probabile delle forze (in sostanza, ognuno temeva che gli altri sarebbero stati in grado di annientare la vita nel loro Paese e sul pianeta). Seconda ragione: il fatto che si trattasse di una tecnologia complessa, costosa e che fosse possibile esercitare pressioni di natura economica e politica per ridurre il numero di coloro che avevano a disposizione l’atomica (ed infatti, negli anni 60, l’incubo maggiore era che qualche azienda avesse l’atomica, prima ancora che i Russi). Terza ragione: in nessuno dei Paesi in grado di colpire esisteva una persona da sola al comando, che in un momento di follia avrebbe potuto dare il via alla catastrofe (semplifico molto, volutamente). Il dittatore nordcoreano se ne frega di affamare il suo popolo, glielo lasciano fare, ha davvero un potere assoluto, come nemmeno Mao o Stalin hanno mai avuto, e nel frattempo i costi tecnologici e di produzione di una testata atomica sono scesi vertiginosamente. Questo bamboccio è scemo abbastanza (ameno apparentemente) per premere il bottone rosso. Non dimentichiamo che costui, per rabbia, ha ordinato l’esecuzione di alcuni generali colpendoli con un missile terra-terra! L’ultimo missile ha dimostrato ampiamente che il Giappone sia sotto tiro. Si tratta di un argomento a favore della democrazia, poco importa se corrotta, perché il fatto che una persona sola non sia in grado di prendere una decisione per tutti è una questione fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità. D’altra parte, nessuno di noi sa veramente perché gli altri glielo lascino fare. In un mondo ragionevole, Americani, Russi e Cinesi si mettono d’accordo, inviano truppe ed armamenti oltre il 38° parallelo, fanno secco lui e la sua cricca, occupano il Paese, e poi lo regalano alla Cina, che tanto già lo considera parte della propria sfera di influenza, magari con un accordo sensato con la Corea del Sud. Posso scommettere ciò che volete che non andrà così. Una persona che ne capisce, mi dice che abbiamo troppa paura dell’egemonia crescente dei Cinesi per dare loro quest’aiuto – perché i missili nordcoreani metterebbero in imbarazzo Pechino. Mi sembra poco credibile. Se quello spara un missile sul Giappone o su Guam, gli Americani reagiranno e nessuno, in Occidente, ci troverà nulla da dire. Ma il danno sarà stato fatto. Siamo tutti coscienti del fatto che l’Europa stia ancora pagando le conseguenze mediche alla nube radioattiva sprigionatasi da Cernobyl 31 anni fa. Un’esplosione atomica ed un successivo conflitto sarebbero una sciagura irreparabile, specie in un momento in cui l’equilibrio ambientale del Pianeta pare irreversibilmente danneggiato. Ma siamo alle solite: cosa possiamo fare noi, povere formichine in un Paese che non conta un fico secco? Scendere in piazza? Uccidere il Senatore Razzi ed esporre la sua testa su una picca al confine nordcoreano? Fumarci una canna? Litigare con il marito o la moglie? Non possiamo fare NULLA. Solo cercare di essere consapevoli, di modo di essere capaci, casomai accadesse, di percepire una “sliding door” ed a quel punto esercitare pressione sul nostro governo o su quello della UE per muovere questo o quel millimetro in una direzione sensata. Si tratta di spostare l’Himalaya con la forza di un topolino. Che l’Himalaya non lo sposti nemmeno con la forza di 60 milioni di topolini, qualora fossero attivamente d’accordo a fare qualcosa. Ma se non tentiamo, un pazzo forsennato in un Paese dall’altra parte del globo, solo perché ha avuto una minzione serale difficile, può sbriciolare l’Himalaya in polvere. Con i topolini sotto.

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