50 anni fa veniva ammazzato Martin Luther King. Da allora, ogni giorno, la consapevolezza del fatto che su questo pianeta vivremo e moriremo tutti insieme, a prescindere dal colore della pelle, viene stroncata di nuovo. Tutti contro tutti, per paura, per invidia, per disperazione. Parlando di religione, di nazione, di immigrazione clandestina, di pulizia etnica, tutte parole per descrivere l’unica cosa che tutti gli uomini condividono. Come gridava Giorgio Gaber: “perché morire, e far morire, è un’antica usanza che suole aver la gente”. Una faida interminabile ed apparentemente ineluttabile, un oceano di dolore e rabbia inestinguibili, una violenza che va molto oltre le ragioni dell’egoismo. 50 anni fa hanno ammazzato Martin Luther King. E da lì, ogni giorno, ovunque, chiunque, non abbiamo mai smesso di uccidere.

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